16:37:19 CAPODRISE. Dieci anni di reclusione per Raffaele Rossetti accusato di usura ed estorsione e nove anni per lo zio Domenico Rossetti per estorsione, reati aggravati dalle modalità mafiose per una presunta contiguità con il clan Belforte di Marcianise.

Queste le richieste del pubblico ministero Ranieri della Dda di Napoli al termine della requisitoria davanti ai giudici della terza sezione collegio b, presieduta da Luciana Crisci, che ha visto vittima Tommaso Moretta, costituitosi parte civile e rappresentato dall' avvocato Mariano Omarto, che ha discusso subito dopo il pubblico ministero.

La vicenda ruota intorno ad un prestito di 29mila euro contratto da Moretta che si sarebbe impegnato a restituire in sei anni per una somma totale di 60mila euro, con un tasso ancora nei limiti della legge, poi Raffaele Rossetti si sarebbe fatto consegnare con un contratto di compravendita l' appartamento in via Arciprete Acconcia a Capodrise di proprietà della moglie di Moretta, Giovanna Vozza, del valore di 170mila euro,  e rivendendolo a Bartolomeo Buonciro, così facendo lievitare il tasso di interesse a quasi il 75%. Rossetti non fece valere un accordo di retrovendita in caso di pagamento del prestito.

Il tutto sarebbe avvenuto in uno stato di intimidazione devuto ai legami che lo zio Domenico avrebbe con la camorra locale. Secondo il pentito Giovanni Buonanno Domenico Rossetti sarebbe anche imparentato con la famiglia di Mino Musone, esponente del clan dei Mazzacane e forte di tale legame avrebbe svolto una fiorente attività di prestiti ad usurai. Il processo è stato aggiornato per le discussioni dei difensori, gli avvocati Nicola Musone, Pietro Nardi, Antonio Emiliano Pota e Angelo Raucci.

Giovanni Maria Mascia