21:57:30 Tutti assolti per l'estorsione del ‘’cari estinto'. Il gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli ha condannato a tre anni di reclusione e 1400 euro di multa Pietro Ligato per l'aggressione a Sabatino Riccio e per la tentata estorsione ai fratelli Magliocca per il lotto al cimitero, e ad un anno e due mesi Fabio Papà per le lesioni a Sabatino. Assolti per l'estorsione ai Cenname Antonio Raffaele Ligato (chiesti 10 anni e 10 mesi), Felicia Ligato (chiesti 9 anni e 4 mesi),Maria Giuseppa Lubrano (chiesti 7 anni), Pietro Ligato che rischiava una condanna a 15 anni per tutti e quattro i capi di imputazione e Fabio Papà (chiesti 4 anni).

Il pubblico ministero Simona Belluccio della Dda, aveva contestato a tutti gli imputati l'estorsione ai danni di Silvio e Maurizio Cennane, titolari della ‘’Onoranze funebri Cenname srl” di Pignataro che avrebbero pagato 3000 euro il 30 di ogni mese a Pietro Ligato o ad altri membri del clan. Interrogato dal pm, Maurizio Cenname prima negò di aver subito richieste estorsive, poi fu costretto ad ammettere che la sua famiglia pagava il pizzo sin dal 1988 a Vincenzo Lubrano, nonostante fosse sposato con la nipote, anno in cui la ditta del padre subì un incendio a scopo intimidatorio in cui furono distrutte attrezzature e bare. Poi con la morte del boss nel 2007 sarebbero subentrati i Ligato e il titolare della ditta di onoranze funebri avrebbe continuato a pagare fino al mese di maggio del 2021, quando un'interdittiva antimafia ha bloccato l'attività di famiglia.

Qui si è configurato il reato di tentata estorsione a carico del solo Pietro Ligato che avrebbe portato Cenname in aperta campagna, pretendendo i ratei non corrisposti dal mese di giugno a quello di settembre. Il boss lo avrebbe seguito in auto e anche con un drone convinto com'era che la vittima avesse una cointeressenza con la ditta Eden del nipote Giacomo Cenname e che quindi fosse ancora in grado di pagare. Pietro Ligato era accusato anche della tentata estorsione ai fratelli Magliocca, dai quali aveva preteso  il lotto 6 del cimitero di Pignataro, che in passato era stato assegnato al capoclan Antonio Abbate e poi revocato per inadempienza contrattuale “vi siete appropriati del sangue della mia famiglia o mi date il terreno o i soldi”, con tanto di speronamento all’auto di Giorgio Magliocca a scopo intimidatorio.

Pietro Ligato e Fabio Papà erano poi accusati di lesioni aggravate ai danni di Sabatino Riccio, a cui fu spruzzato uno spray urticante agli occhi, che fu colpito con un tirapugni al volto e preso a calci, perché si era permesso di criticare Pietro Ligato per il montaggio di un'antenna..Gli imputati erano difesi dagli avvocati Carlo De Stavola, Emilio Martino e Marco Argirò, mentre Silvio e Maurizio Cenname, costituitisi parte civile, erano rappresentati dall’avvocato Giuseppe Stellato.

Giovanni Maria Mascia