16:14:28 È iniziato questa mattina davanti ai giudici della corte di assise di Santa Maria Capua Vetere il processo per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione alla schiavitù e allo sfruttamento della prostituzione nata dalle indagini dei pubblici ministeri della Dda Monica Campese e Valentina Sincero a carico di José Ricardo Santos da Silvia, in arte Pamela di 53 anni, di Rafael Da Conceicao Nunez, in arte Tamara di 29 anni, di Anderson de Jesus Lima, 38 anni nota come Anderson, Julia Machado Matos, in arte Julia di 28 anni, di Rogerio Paulo Carneiro da Silvia, in arte Elen di 47 anni, di Lazaro Luis Barbosa, in arte Marcela di 38 anni, di Henrique Paulo Alves de Lima, in arte Paula di 33 anni, di Jussara Fatima Benfica Neves di 63 anni, di Jonathan's De Albuquerque, in arte Luba Vodianova di cinquantotto anni, di Daniele D isanto, trentadue anni detto Daniel, e di Harley Maiche Andriolli, quarantasette anni in arte Suzuki, tutti nati in Brasile, tranne D’Isanto che è napoletano, e residenti tra Castelvolturno e l’hinterland napoletano. 

Le indagini della Procura si sono concentrate su una organizzazione criminale che faceva arrivare in Italia cittadini brasiliani, per somme tra i centocinquanta e i trecento euro, in abitazioni nella zona tra Castelvolturno e Ischitella, costringendole a prostituirsi e a non potersi muovere liberamente, esercitando un controllo vigile su di loro. Le vittime dovevano comprare vestiti e trucchi da esponenti della organizzazione malavitosa al cui vertice c'era Pamela ed erano costrette anche a sottoporsi a interventi estetici presso medici di fiducia.   Le vittime erano costrette a versare fino a dodicimila euro per rimborsarli delle spese. Questa mattina l'avvocato Marta Ceraldi si è opposta alla costituzione di parte civile di una delle vittime e la Corte si è riservata di decidere per la prossima udienza. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Di Mezza, Marino, Varriale, Ceraldi, Tammaro, Russo, Musoino e Santoro.

Giovanni Maria Mascia