21:11:34 VILLA LITERNO. Rigettata la richiesta di revoca della misura cautelare in carcere per l'imprenditore Giovanni Fontana, detenuto in carcere per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

I giudici della settima sezione del tribunale di Napoli, dove è in corso il dibattimento, non hanno concesso gli arresti domiciliari, ritenendo che sussista ancora il pericolo di reiterazione del reato a causa di quanto emerso dalle indagini , per la capacità di comunicare attraverso un sistema di messaggi inviati con criptofonini, messaggi che nelle indagini sono stati decriptati dalla gendarmeria francese e che sono stati acquisiti come mezzi di prova. Una questione non solo legata alle esigenze cautelari, ma sulla cui acquisizione pende un ricorso in Cassazione circa i metodi utilizzati dagli investigatori di oltralpe per acquisire e decriptare il contenuto di quei messaggi oggetto di indagine.

La difesa di Fontana, rappresentata dagli avvocati Giovanni Cantelli e Mario Griffo, fondava le ragioni della revoca della misura cautelare anche sulla scorta di quanto aveva deciso il Riesame sulle posizioni di altri coindagati nella stessa inchiesta, il tribunale della libertà aveva ritenuto di annullare la misura cautelare in quanto il pentimento dei capi dell'organizzazione, Raffaele Imperiale e Bruno Carbone, aveva portato ad uno sfaldamento del sodalizio criminale e ad un affievolimento delle esigenze cautelari.

Come è noto Giovanni Fontana, noto imprenditore  dell'agricoltura aversano, è accusato di aver custodito e spedito in Australia seicento grammi di cocaina provenienti dall'Olanda per conto di Imperiale.

Giovanni Maria Mascia