CASERTA. Se si dovesse indicare qual è il partito più rappresentativo, in questo momento in provincia di Caserta, senza possibilità di dubbio si dovrebbe dire che è quello dei prefetti.

Per ragioni differenti tutte le grandi città sono amministrate da un commissario che sta traghettando gli enti alle elezioni amministrative. Sono ben sedici su centoquattro i Comuni che non sono guidati da un sindaco eletto.

Si tratta di Caserta, Aversa, Marcianise, Maddaloni, Santa Maria Capua Vetere, Trentola Ducenta, San Marcellino, San Prisco, Capodrise, Frignano, Portico Di Caserta, Sparanise, Curti, Villa Di Briano, Arienzo e Castel Morrone. Il dato diventa ancora più importante se prendiamo in considerazione il numero di abitanti amministrato dai prefetti rispetto a quello della popolazione totale.

A fronte di una popolazione di 924.614 abitanti, ben 345.230 sono amministrati da un commissario, cioé un terzo della popolazione è governata da una figura differente rispetto a quello che ha democraticamente scelte con il proprio voto alle comunali.

Il dato dei commissariamenti in provincia di Caserta cresce quasi con una cadenza quotidiana.

Solo nell’ultima settimana, sono state tre le amministrazioni che sono “saltate” per questioni profondamente differenti tra loro: a Portico e Frignano si è trattato di dissidi di ordine politico, a Maddaloni di una pesante inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto del primo cittadino.

Indipendentemente dalla ragioni, la vita media di un’amministrazione della provincia di Caserta, soprattutto nei grandi comuni è diventata di tre anni a fronte dei cinque che prevede la legge.

Dal 2000 ad oggi, si contano sulla punta delle dita quelle amministrazioni che hanno completato per intero il loro mandato. Stefano Giaquinto a Caiazzo, Mimmo Ciaramella ad Aversa, Carmine Antropoli a Capua, Vincenzo Cappello a Piedimonte Matese, Vincenzo Melone a Casagiove, Ferdinando Bosco a Casapulla sono tra le poche mosche bianche che hanno completato due mandati o che, comunque, si apprestano a farlo: troppo pochi se si considera che la scala di riferimento è quella provinciale...

Difficile individuare le responsabilità di questa situazione che, però, sta avendo pesanti ripercussioni su tutti i territori per l’incapacità di avere un governo stabile che, gioco forza, determina scompensi per la popolazione.