MADDALONI. Vincenzo Santangelo, nelle scorse settimane lei ha lanciato diverse provocazioni sulla questione traffico a Maddaloni. Oggi, sentendo l’umore dei cittadini, le cose non sembrano essere migliorate...
«Maddaloni ha bisogno di un piano di mobilità che, in maniera complessiva affronti quelle che sono le problematiche della circolazione in città. Trasporto pubblico, piste ciclabili, sensi di marcia devono essere armonizzati per evitare che Maddaloni diventi un budello di automobili. Proponiamo, con il gruppo di Calatia libera, di istituire un tavolo tecnico per affrontare insieme al sindaco e alla maggioranza il problema della circolazione. Sono certo che, se lavoriamo assieme, ciascuno per quella che è la sua posizione, sarà possibile mettere a punto una soluzione che sarà utile ai maddalonesi. Solo con uno sforzo congiunto, sarà possibile evitare scempi come il senso unico che c’è alla stazione che congestiona l’intera città e che tanti disagi sta causando ai maddalonesi».
Uno dei temi caldi dell’ultimo periodo è quello sul nuovo assetto degli enti strumentali in provincia di Caserta. Lei che percorso vede per superare le polemiche che stanno spaccando un po’ tutti i partiti?
«Non mi appassiona alcun ragionamento che nasce sulla divisione di ruoli e incarichi. In questo momento più che sugli assetti degli enti, sarebbe utile aprire un dibattito sulla loro funzione e sui risultati che devono portare e che sino ad oggi non hanno portato alla collettività. Più che un nome in più o in meno a questo o a quel partito è importante, in questo momento dire che idea abbiamo come classe dirigente per la gestione del ciclo delle acque o che idea abbiamo per l’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti, o, ancora come intendiamo pianificare lo sviluppo industriale di Terra di Lavoro. Su questo bisognerebbe confrontarsi una classe politica responsabile per cercare di dare risposte concrete alle problematiche della gente. Ai cittadini oggi interessano i risultati non sapere se ci va pinco o pallino a gestire questo o quel consorzio... Mi auguro che quanto prima si possa aprire un ragionamento del genere. Io stesso, con tutto il gruppo che mi ha sostenuto alle ultime elezioni regionali, cercherò di indirizzare il dibattito nel verso più utile alla crescita di Terra di Lavoro».
A proposito di regionali, lei che è un deluchiano della prima ora come vede le primarie che si stanno organizzando sul nostro territorio? Lo schema De Luca sembra essere già stato accantonato...
«Sarebbe un errore grossolano... Solo un centrosinistra allargato, che tiene dentro mondo moderato e associazioni è in grado di conquistare la guida delle grandi città che sono chiamate al voto... Da quello che vedo, solo ad Aversa si è avuta l’intelligenza di organizzare delle primarie di coalizione, permettendo all’Udc di esprimere un proprio candidato. La scelta di lasciare ad una sfida interna al Partito democratico, senza coinvolgere le altre forze, la scelta del sindaco risulterà perdente».
La sua suona quasi come una sentenza di condanna per il Pd e il centrosinistra della città di Caserta...
«Non allargare a tutto il centrosinistra le primarie è stato un errore grossolano e pericoloso che va a sminuire anche il peso e il carisma dei quattro candidati in campo che rappresenterebbero, tutti, tra le altre cose, degli ottimi sindaci per Caserta. Non permettere alle associazioni, alle forze moderate che governano stabilmente la Regione con il Partito democratico di partecipare al tavolo delle primarie, significa lasciare queste stesse forze disorientate, senza una guida politica. Di questa cosa, ovviamente, può approfittare il centrodestra che, indipendentemente da tutto, a Caserta è ancora molto forte. Inoltre proporre uno scontro interno al Pd alla città, significa quasi presentare a Caserta una sorta di partito in guerra che si divide addirittura in quattro per cercare di conquistare la leadership. Ovviamente le cose non stanno così, ma questo non tutti, oggi, sono pronti a comprenderlo».