Martedì, 30 giugno 2015 alle ore 18:00, presso la Sala Conferenze della Clinica Trusso di Ottaviano (NA), i ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli presenteranno il quaderno “Dieta Mediterranea e Salute”.

Patrimonio dell’Unesco, modello riconosciuto in tutto il mondo per il suo ruolo nella prevenzione delle patologie degenerative e dei tumori, la Dieta Mediterranea è soprattutto un modo di vivere. Il regime alimentare è stato scoperto dal professor Ancel Keys, americano del Colorado. Tra l’altro, lui stesso ha vissuto cento anni. Poco dopo la seconda guerra mondiale iniziò uno studio sulle abitudini alimentari di diversi Paesi.

E si accorse che la mortalità per malattie cardiovascolari era molto più bassa nelle popolazioni che vivevano attorno al Mediterraneo, individuando nella dieta l’elemento protettivo fondamentale.

Non basta però mangiare cibi sani, bisogna anche farlo in un certo modo: pasti regolari da condividere in un clima conviviale. La dieta mediterranea ci offre molte risposte, bisogna solo fare le domande giuste. E sono proprio 10 domande quelle alle quali risponde il Quaderno Neuromed “Dieta Mediterranea e Salute”, realizzato da Marialaura Bonaccio e Giovanni de Gaetano, del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Istituto di Pozzilli.

Il quaderno, un contributo che Neuromed vuole dare anche ad Expo 2015, racchiude storia, tradizione e, soprattutto, ricerca scientifica. Al centro, uno stile di vita che possiamo considerare uno dei grandi doni che il nostro territorio ha dato al mondo. Oggi però questo regime alimentare è fortemente minato dalla profonda crisi economica. È proprio di Marialaura Bonaccio il progetto di ricerca “effetti della crisi economica sull’adesione alla Dieta Mediterranea” che le è valso il premio dalla Fondazione Umberto Veronesi. L’epidemiologa di Campobasso, che tuttora vive e lavora in Molise, ha ottenuto una borsa di ricerca per un anno grazie alla quale approfondirà lo studio, sviluppato nell’ambito del Progetto Moli-Sani (che ha studiato 25.000 persone), sul calo dei consumi di pesce, olio d’oliva, frutta e verdura nell’alimentazione della popolazione presa in esame, a fronte di un aumento del consumo di carne e prodotti di bassa qualità.

Eppure quegli alimenti sono alla base della piramide alimentare della Dieta Mediterranea, e rappresentano i nutrienti che dovrebbero essere consumati quotidianamente. L’inversione di tendenza è dovuta, secondo lo studio di Bonaccio, all’aumento dei prezzi di tali cibi e alla riduzione delle disponibilità economiche.

Un incontro, quello di Ottaviano, per conoscere meglio lo stile di vita mediterraneo, quindi. E per discutere dei rischi che lo stanno minacciando. Saranno presenti, oltre ai rappresentanti istituzionali, i ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed:

Professoressa Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale, che approfondirà le interconnessioni tra la Dieta Mediterranea e la prevenzione delle malattie croniche degenerative;

Dottoressa Maria Laura Bonaccio, dello stesso Laboratorio, che risponderà alla domanda: chi segue ancora oggi la Dieta Mediterranea?

Professor Giovanni de Gaetano, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione, che terrà le conclusioni della conferenza.