CASERTA. Lucrezia Cicia, un risultato brillante per lei alle ultime elezioni regionali forse al di sopra delle attese che lascia l’amaro in bocca per la mancata elezione a Palazzo Santa Lucia...

 

 

«Il lavoro paga sempre. Il mio risultato è frutto del lavoro di un gruppo di giovani, di donne e di uomini che hanno scelto di affiancarmi e sostenermi perché credevano e credono in un progetto di rinnovamento che fa della trasparenza e dell’amore per questa terra i valori fondanti. Il mio grande successo è stato quello di essere riuscita a circondarmi di queste persone che rappresentano un patrimonio umano inestimabile di cui sono fiera e che sono certa sarà protagonista della crescita del nostro territorio. A tutti loro va il mio grazie per quello che siamo riusciti a fare e per quello che faremo nel prossimo futuro. Il dispiacere è stata la mancata elezione di Stefano Caldoro. Dopo un mandato trascorso a risanare i disastri della sinistra, il nostro governatore era pronto a mettere in campo una serie di progetti tesi a costruire la Campania del futuro. Con l’elezione di De Luca questa seconda fase del progetto rischia di essere irrimediabilmente compromessa e questo è uno scotto che la Campania non può pagare».

Neanche il tempo di rifiatare che già si parte per una nuova avventura politica: le comunali a Caserta. Qual è l’errore che il centrodestra non deve commettere secondo lei?

«Nonostante la vittoria di De Luca in Regione, dati alla mano, la nostra continua ad essere la provincia più azzurra d’Italia. La vittoria di Angelo Di Costanzo in provincia, il successo delle liste di Caldoro in termini di voti alle ultime regionali testimoniano come i cittadini di questo territorio abbiano ben chiaro il valore del nostro progetto politico. Per questa ragione, la vittoria del centrodestra al Comune di Caserta, assume un significato importantissimo, perché è da lì che deve ripartire la riconquista della Regione Campania. Ci sono tutte le condizioni affinché ciò avvenga. L’obiettivo che ci dobbiamo porre, per questa ragione, deve essere molto chiaro: governare la città di Caserta, non vincere solo le elezioni. Se prendiamo in considerazione le ultime tre tornate elettorali vediamo che, nonostante i sindaci partissero da maggioranze bulgare, hanno terminato anzitempo il loro mandato. Questo perché si è badato molto a raccogliere i numeri per vincere le amministrative e meno alla squadra per poter governare a lungo la città. Oggi, invece, noi dobbiamo pensare a fare questo, distinguendoci per la nostra qualità e per il nostro personale politico».

Lucrezia Cicia sindaco di Caserta.

«Lucrezia Cicia sta lavorando a costruire delle liste che sappiano dare un contributo determinante alla vittoria del centrodestra. I tanti amici che sono stati al mio fianco in questa campagna elettorale, soprattutto giovani e donne, sono pronti a dare il loro contributo nella prossima tornata amministrativa in un progetto politico chiaro che badi al bene della città. La cosa che mi ha fatto più piacere è che, a queste persone, se ne sono aggiunte altre che non mi hanno votato, ma che hanno capito la bontà del progetto che si sta formando intorno al nostro gruppo e che mi hanno chiesto di partecipare alla sfida delle amministrative. Per dare continuità al lavoro che abbiamo svolto nelle ultime elezioni regionali, comunque, lavorerò a liste anche a Santa Maria Capua Vetere e in tutti i grandi Comuni che andranno al voto il prossimo anno».

Nei mesi scorsi è stata protagonista di una campagna mediatica sulla terra dei fuochi che va in controtendenza rispetto a quella comune: si è posta quasi come testimonial dei prodotti casertani.

«Non significa voler essere testimonial dei prodotti casertani, il mio obiettivo è quello di far capire a tutti che le esagerazioni non pagano e che la nostra terra è ricca di risorse e di possibilità che non possono essere azzerate da campagne mistificatorie che non dicono la verità su quella che è la reale entità del problema. La terra dei fuochi interessa una porzione residuale del nostro territorio, rispetto alla quale è chiaro che si devono assumere dei provvedimenti energici, incisivi, immediati in relazione alle bonifiche. Detto questo gettare tutti nello stesso calderone fa male solo alla nostra provincia. E’ di questi giorni la notizia della ripresa della vendita dei nostri pomodori sui mercati nazionali ed internazionali dopo la flessione che ha subito a causa dello spauracchio terra dei fuochi, così come è di questi giorni la notizia che l’acqua dei rubinetti delle nostre case è la migliore che c’è in Italia. Questo significa che, nonostante tutto e con le dovute accortenze, questo territorio può ancora vedere l’agricoltura come una risorsa per la propria economia».