SANTA MARIA CAPUA VETERE. Sabato 4 Luglio nella splendida cornice dell’Hotel Guglielmo a Catanzaro si è svolta la cerimonia conclusiva della IV edizione del Premio “Alda Merini”, concorso di poesia ideato e promosso dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini. Tale evento, uno dei più importanti d’Italia, ha ottenuto l’adesione ufficiale del Presidente della Repubblica e dei presidenti del Senato e della Camera dei Deputati.
Nell’ambito di tale manifestazione sono stati consegnati premi ed attestati di merito a diversi poeti provenienti da ogni parte d’Italia distintisi per la pregevolezza delle loro opere. Al concorso sono pervenute 2252 liriche delle quali 681 sono state inserite in una prestigiosa Antologia edita in memoria della fine poetessa dei navigli, dal titolo “Alda nel Cuore”. Il primo premio è stato assegnato a Mariangela Costantino di Reggio Calabria con la lirica “Ti donerò i miei occhi”. Tra i premiati con targa, attestato di merito e pubblicazione dell’opera nella prestigiosa antologia, figura il dottor Giuseppe Brunasso, noto ed apprezzato professionista sammaritano, nonché fine poeta, autore della lirica “l’assenza”. Contattato dalla nostra redazione il dottor Brunasso ha accettato di rilasciarci una breve intervista.
Dottore di lei conoscevamo le qualità professionali ma la sua vena artistica non era a noi nota, può dirci com’è nata?
Diciamo che ho sempre avuto un animo sensibile ed attento alle mille sfaccettature della vita, alle innumerevoli emozioni che, di quando in quando, sfioravano il mio vissuto, ma mi guardavo bene dall’evidenziarlo. Ritenevo che le emozioni tramutate in versi fossero solo mie. All’inizio sono stato molto geloso e le custodivo con ferrea caparbietà. Poi si cresce e giunge il momento in cui ti chiedi: ma perché non condividerle? Veda, la condivisione è frutto della maturità, almeno per me è stato così.
Come è cambiata la sua vita da quando ha reso pubbliche le sue opere?
In realtà sono fondamentalmente un timido anche se chi mi conosce stenta a crederlo, quindi la piccolissima notorietà anche se limitata esclusivamente alla stretta cerchia dei miei amici, all’inizio mi ha procurato qualche imbarazzo, poi ho capito che non ero il solo ad apprezzare le mie opere e ciò mi ha inorgoglito non poco.
L’assenza, un titolo forte nella sua essenzialità.
Una parola con dentro un universo di emozioni, uno stato d’animo con un enorme vuoto come protagonista. Un distacco colmo di ricordi. Una morsa che ti tormenta ogni singolo giorno.
Ovviamente ho letto con attenzione la sua poesia: tratteggia una storia d’amore finita male
Molto male ma non nel senso che intendiamo comunemente, in verità nella mia storia non vi è un lasciarsi concordato, una fine decisa dallo sfiancamento degli eventi. La mia lirica racconta di una storia che voleva fortissimamente avere un altro epilogo. In realtà ritaglio e racconto il vuoto lasciato da mia moglie Barbara candidata ad un trapianto di midollo osseo che le avrebbe potuto salvare la vita. Era stato individuato anche il donatore compatibile, il pavido straniero della poesia, che per ben quattro volte, invece si rifiutò. Ed era regolarmente iscritto nel registro dei donatori. Da quella tragedia è nata una fondazione, di cui mi onoro di esserne il presidente, che come scopo ha la sensibilizzazione al dono del midollo osseo e l’aiuto, anche economico ai centri di trapianto.
Leggendola ora però le do un altro senso, non mi aspettavo che ci fosse tanto dolore e tanta speranza tradita nella sua storia.
E’ sicuramente così ed è voluto, aggiungerei. Come diceva Massimo Troisi nel film il Postino la poesia non è di che la scrive ma di chi la usa e quindi mi fa piacere pensare che ognuno possa trovarvi al suo interno qualcosa di suo.
Ovviamente la dedica è scontata
Non del tutto. Dire che la dedico a Barbara è ovvio e scontato ma la mia dedica va anche a tutti quei malati che hanno lottato e vinto ed a tutti quegli angeli che con il loro dono hanno fatto si che ciò accadesse. A mio figlio che mi ha accompagnato sugli accidentati sentieri della vita ed infine, ma non ultima, alla mia compagna che con estrema delicatezza si è preso cura del mio dolore.
Per tutti i nostri lettori desiderosi di leggere la lirica premiata in uno dei concorsi nazionali più prestigiosi e per condividerne le emozioni, la pubblichiamo senza aggiungere ulteriori parole.
L’ASSENZA
Perdonami ma non riesco a vederti,
il vuoto è enorme ed il buio assoluto,
invalicabili i muri della solitudine.
Non uno dei tanti ricordi
riesce ad evadere dalla prigione della mia mente.
Dono sollievo ai miei occhi, li chiudo al mondo.
Riesco ad evocare il tuo profumo,
l’intimità delle tue carezze,
l’approdo sicuro dei tuoi abbracci…
eppure non sei qui!
Desidererei rinascere ancora nei tuoi occhi,
sanarmi nella profondità del tuo sguardo,
barattare gli incubi di oggi con i nostri sogni di ieri,
ma non è possibile!
Mi sei stata rubata dal timore di un pavido straniero,
dal suo arido diniego alla nostra speranza.
Sospesi nell’attesa di un inesorabile destino,
i tuoi giorni sfilavano via
come perle che scivolano
da un filo di cotone impietosamente reciso.
L’incanto dell’ultima notte
svanì in un lieve batter di ciglia.
Con la tua mano stretta nella mia …
il cuore stanco tacque.
Il tuo ultimo respiro forse mentre lui rideva.
Giuseppe Brunasso
