CASERTA. E’ prevista per il prossimo 29 novembre la resa dei conti in casa Partito democratico. In quella circostanza, il segretario provinciale Raffaele Vitale ha convocato la direzione provinciale per discutere della situazione politica del Partito e anche della conferma del suo mandato. Il gruppo dei dissidenti composto dall’area riformista, da Rifare l’Italia, da LabDem, dall’area Picierno e da quella Caputo ha deciso di “verificare” nuovamente la tenuta della maggioranza del sindaco di Parete dopo aver fallito per appena cinque voti la sfiducia nello scorso mese di gennaio.

Su ottanta membri della direzione, ben quarantadue hanno firmato il documento consegnato alla segretaria regionale Assunta Tartaglione con il quale è stato chiesto a quest’ultima di far convocare proprio a Vitale l’organismo del partito per affrontare in maniera definitiva, o almeno si spera, la vicenda della guida del Pd. A sottoscrivere il documento sono stati Abbate Giovanna, Battarra Enzo, Bergantino Grazia, Bovenzi Ilaria, Campolattano Angelo, Canzano Maria, Castrillo Rosa, Cerrito Carlo, Coen Paola, Copertino Raffaele, Dangiolillo Fiorella, Dantonio Felice, Della Corte Carmela, Delli Curti Giuseppe, Del Monaco Brigida, Di Bernardo Pietro, Di Lauro Raffaele, Di Nardo Rosa, Gentile Nicoletta, Golino Barbara, Improta Luigi, Leardi Lidia, Letizia Enzo, Lettieri Annamaria, Loffredo Sofia, Masi Stefano, Paragliola Castrese, Piccirillo Palma, Picierno Pasquale, Romano Mario, Roseto Peppe, Sabba Giovanna, Sasso Silvio, Sabatano Roberto, Scognamiglio Antonella, Sforza Alessandro, Siero Gaetano, Squeglia Raffaele, Stellato Marinella, Venditto Giuseppe, Zagaria Raffaella.

Tecnicamente, se Vitale dovesse andare sotto in direzione, avrebbe la prova d’appello dell’assemblea, che è l’unico organismo deputato a votare la sfiducia, ma, è chiaro che, sul piano politico, viste anche le tante tensioni che si sono venute a creare una situazione del genere peserebbe molto sul prosieguo dell’esperienza del sindaco alla guida dei Democratici.

Del resto le tossine di questa situazione di grande tensione che si è venuta a creare all’interno del Pd già si avvertono nei territori e nelle amministrazioni. Il caso più paradossale, probabilmente lo si registra in seno all’amministrazione provinciale dove come capogruppo è stato sfiduciato Angelo Sglavo, organico all’area Vitale, per eleggere Danilo Feola, gruppo Oliviero-Picierno. Bene, Feola è capogruppo del Pd in Provincia, ma non è iscritto al Pd nel circolo di Santa Maria Capua Vetere, comune dove, anzi, è all’opposizione del leader cittadino Giuseppe Stellato assieme all’altro consigliere provinciale Nicola Leone. Situazione speculare la vive l’altra consigliera provinciale Raffaella Zagaria, area Capacchione, che a Casapesenna si è ritrovata all’opposizione di Marcello De Rosa, primo cittadino e componente della segreteria provinciale di Vitale. Ripercussioni legate all’attuale situazione del partito, poi, si potrebbero registrare anche nel circolo di Caserta città, dove, in queste ore, le componenti che fanno capo al cartello anti-Vitale, si sono riunite per decidere cosa fare nel capoluogo. La vera e propria guerra che si è aperta all’interno del Pd, ovviamente, non ha mancato di avere ripercussioni sulle prossime amministrative che chiameranno al rinnovo del consiglio comunale tutte le grandi città di Terra di Lavoro. Non è stato deciso se puntare sulle primarie, richieste, ad esempio, già da prima dell’estate dal consigliere regionale di Campania Libera Luigi Bosco, o se provvedere alla scelta da parte delle segreterie del nome sul quale puntare per la fascia tricolore. In questo vuoto, mentre a Caserta città si è aperto uno scontro sul sì o no alle consultazioni, a Santa Maria Capua Vetere, addirittura, è nata un’alternativa come Antonio Mirra che, addirittura, il Pd l’ha abbandonato per candidarsi.