In una città come Caserta, dove la problematica è pane quotidiano, riuscire a sottolineare un'emergenza più delle altre diventa difficile. Eppure ci sono situazioni che d'un tratto emergono anche con recrudescenze intollerabili.

Parliamo della zona Parco degli Aranci, anche nota come ex 167 da vecchio Piano Regolatore, già tristemente nota per essere quartiere dormitorio, abbandonato da amministrazione e Istituzioni, lasciato alla mercé dei ladri d'auto e d'appartamento notturni e non. I residenti di questo quartiere che oggi consta più di 6000 abitanti o giù di lí,  da sempre lamentano di essere stati lasciati soli. La sicurezza della vivibilità quotidiana è pressoché sconosciuta. Ma la città ha risposto picche ai molti appelli rivolti dai residenti, dai comitati di quartiere, da qualche politico locale di passaggio. Non ci sono volanti, forze dell'ordine scarseggiano in città vuoi che vengano in zona, auspicio quasi impossibile. Nessuna videosorveglianza ma questa è utopia. E se tutto questo non bastasse adesso non si può nemmeno scendere a piedi.
È episodio di qualche giorno fa, un uomo anziano,  a passeggio in villetta con il  suo cane, è stato malmenato da un gruppetto di ragazzini adolescenti presenti sul posto, che già in altra occasione si erano divertiti a deriderlo e schernirlo in malo modo. Alcune persone sono accorse in difesa dell'uomo e subito si è acceso il capannello di commenti e proteste: "Non ce la facciamo più. Questi ragazzini che non sappiamo nemmeno se siano residenti o meno, si sono appropriati di questo luogo, spinelli, vandalismi in villetta, fracassi vari, scorribande con motociclette e scooter sul marciapiede,  addirittura circuiti di moto in villetta col cronometro a tutta velocità,  e più di una volta hanno minacciato e in qualche modo molestato chi si trovava a passare di qui. Chiamiamo i carabinieri, una pacca sulla spalla, un blando richiamo e finisce là. Le donne anziane hanno paura a scendere, cosi le ragazze. Hanno creato un avamposto territoriale. E' inaccettabile.
Ma noi come dobbiamo fare? Vogliamo riappropriarci di questo posto che è il nostro quartiere. Come dobbiamo fare"?
Eh già, ce lo chiediamo anche noi di Ciochevedoincitta che ogni giorno sulle nostre pagine social di Facebook raccogliamo decine di segnalazioni e lamentele impotenti.
Questa è una lettera aperta alla città, alle istituzioni provvisorie o meno che siano, alle forze dell'ordine che continuamente chiedono ai cittadini di collaborare. Ciocehvedoincitta in nome e in rappresentanza di queste persone, lancia un ulteriore appello: "Aiutateci,  prima che per l'ennesima volta un quartiere fatto anche di persone per bene, famiglie, giovani attivi e seri, possa invece diventare una casba dimenticata, e soprattutto prima che possa accadere qualcosa di veramente irreparabile".