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SANTA MARIA CAPUA VETERE. Dopo la bocciatura della mozione di sfiducia al sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro, in città sembra essere ritornata la quiete. Secondo molti si tratta di una calma solo apparente. Per saperne di più abbiamo contattato il segretario cittadino del Partito democratico Maurizio Capitelli, con cui abbiamo toccato molteplici punti.

Segretario, allo stato attuale che rapporto c’è tra il Partito democratico e l’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere?

«Come saprete, abbiamo ritirato gli assessori dalla giunta e aspettiamo, così come avevamo deciso con le altre forze di centrosinistra al governo cittadino, la verifica di maggioranza, dove porteremo il nostro contributo in termini di proposte ed obiettivi, dopo convocazione del sindaco».

Con l’assenza e il conseguente non voto durante la seconda convocazione del consiglio  comunale  sulla  mozione  di  sfiducia,  il  Pd  ha  di  fatto  salvato l’amministrazione Di Muro. Il partito adesso ha intenzione di entrare nuovamente in giunta?

«Allo stato attuale non è all'ordine del giorno il rientro nell’esecutivo. Colgo l’occasione per ringraziare l’ assessore Antonio Scirocco e l’assessore Carlo Troianiello per il lavoro svolto nell’esecutivo cittadino. Entrambi, nel pieno rispetto del mandato politico avuto dal circolo e dal gruppo consiliare, hanno espletato la loro funzione con efficienza ed efficacia, nell’unico interesse del territorio».

Gli ultimi eventi hanno dimostrato che Di Muro non ha più una maggioranza politica. Secondo lei si può governare in queste condizioni, anche se per pochi mesi?

«E’ chiaro che le difficoltà esistono. D’altro canto, se non ci fossero state difficoltà non avremmo chiesto una verifica di maggioranza. Ma alcuni temi amministrativi rilevanti ed essenziali ci impongono una responsabile cautela su ogni scelta».

Il Partito democratico di Santa Maria Capua Vetere è spaccato in tre fazioni: quella di Stellato, Mirra e Leone. Lei che ricopre un ruolo al di sopra delle parti, cosa pensa di fare per ricompattare il Pd, considerando che mancano pochi mesi al prossimo appuntamento elettorale?

«Premesso che ho la massima stima per gli amici Mirra e Leone, e considero entrambi risorse irrinunciabili, penso che sia importante ricompattare il Pd e il centrosinistra con l’unico strumento politico efficace: la discussione sui temi che interessano la città. Ovviamente questo ritengo debba avvenire cercando di comprendere chi sia ancora nel Pd, considerando il partito qual è: ovvero un valore. Non certo un tram o ancora un intralcio. Il che vuol dire che si rende necessario un recupero di chiarezza e coerenza. Il Partito Democratico è collocato nella grande famiglia della socialdemocrazia europea, oggi in Italia ed in Europa è la maggiore forza politica, governiamo il Paese, quindici Regioni e numerose provincie, oltre a le maggiori città italiane. Abbiamo il diritto ed il dovere di lavorare alla costruzione di una alleanza di centrosinistra, ricercando fra tutti gli attori i punti che ci uniscono e sciogliere i nodi che ci dividono, ciò non toglie la possibilità di includere nei percorsi di costruzione del manifesto elettorale un civismo di area, che non solo è importante ma auspicato e propiziato. L’ alveo naturale del Partito Democratico è il centrosinistra ma le contingenze e pecularietà del territorio, così come accaduto in altri comuni, potranno essere verificate sulla con divisibilità dei programmi. Alla luce dell’attuale frammentazione della politica sammaritana non posso escludere a priori evoluzioni e scenari oggi non ancora definiti e definibili. Insegnava De Gasperi: Politica è la fatica del dialogo per trovare soluzioni condivise e quindi più realizzabili. Trovare un accordo nel proprio schieramento rende più forti, non più deboli».

Le Primarie, secondo lei, sono lo strumento ideale per unificare il partito e l’intera coalizione di centrosinistra intorno ad un unico leader?

«Certo le primarie sono uno strumento utile al quale far ricorso quando bisogna confrontare evidenze e sensibilità differenti, la mia posizione è la stessa dal 8 febbraio 2014, data in cui sono stato eletto segretario del circolo. Ho più volte manifestato sulla stampa e su altri organi di informazione la mia posizione, non avendo timore di creare qualche malumore o qualche riserva, sono assolutamente  favorevole  alle primarie, laddove non ci sia una ampia e condivisa convergenza degli organismi del  circolo, segreteria e direttivo, su una personalità considerata di garanzia e di sicura evidenza. Quando si parla di Pd sammaritano si sentono sempre gli stessi nomi .Mi dispiace veramente ma questa volta devo assolutamente dissentire. Affermando ciò si offende coloro che lavorano nella segreteria, nel direttivo, ai  forum tematici, ai tavoli di lavoro interpartitici, negli enti strumentali, negli organismi provinciali, regionali e nazionali e non per ultimo nelle assemblee elettive, numerose donne ed uomini che con umiltà e costanza rappresentano il partito. Abbiamo nel circolo la nostra formazione giovanile, i Giovani Democratici, di particolare valore, la cui concretezza e laboriosità è stata più volte già messa alla  prova. Il segretario giovanile Giovanni Calabrò guida un’eccellente squadra tra i tanti Imma Catanese, Giulia Crisci, Daniela Buscetto, Carmen Palmieri, Marianna Orlando, Pasquale Stellato, Francesco Fiore, Francesco Rosario Di Nardo, Pasquale Orlando, Erminio Santopietro, Giuseppe Avenia e tantissimi altri.  Già occupano posti di responsabilità nella sezione e nelle assemblee provinciali, regionali e nazionali, rappresentando il territorio con orgoglio e capacità. Ragazze e ragazzi senza etichette e senza ideologismi, che lavorano fianco a fianco con i vecchi militanti, sono  questi il futuro del Partito democratico sammaritano. Sono loro le forze che tutti ci dobbiamo impegnare a valorizzare ed a far crescere, loro sono la proiezione di una nuova classe dirigente  del centrosinistra e della città. Ed è questa l’eredità a cui lavoro e di cui vado orgoglioso».

Secondo lei cosa serve al Partito democratico per vincere le prossime elezioni amministrative a Santa Maria Capua Vetere?

«Bisogna ancora assumere iniziativa politica. Devo dire che finora non è mancata, pur in presenza di un acceso dibattito interno. Ma va fatto ancora e poi bisogna riunire il centrosinistra e aprire alle forze civiche su un programma condiviso».

Per chiudere, ci può fare l’identikit del suo candidato sindaco ideale?

«L'identikit di un sindaco nasce anch'esso da una verifica e da un confronto che in qualità di segretario ho il compito di assecondare. Comunque mi sembrano doti necessarie quelle di persona seria, competente, autorevole, possibilmente con esperienze amministrative, che abbia conoscenza e amore per la città. I nomi sono un risultato che viene  raggiunto  dopo  un  traguardo  che coinvolge in primis il partito e successivamente  coloro che si rivedono nei valori e nella storia del centrosinistra, preferisco, come metodo di lavoro, anteporre programmi e progetti al deleterio ed inutile gioco del ‘chi è?’. Bisogna dare delle risposte concrete a criticità diventate emergenze, prima fra tutte il lavoro e la sicurezza, trovare soluzioni insieme agli operatori economici ad una crisi che la nostra  cittadina, nonostante l’impegno di tutte le forze politiche e sociali, non riesce a superare. Abbiamo il dovere di parlare, confrontarci e comprendere le nostre elettrici ed elettori ed a cercare soluzioni insieme, altrimenti consegneremo la nostra cittadina ad un populismo inutile e dannoso».

 

 


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