15:42:14 CASERTA. Gettare il bambino e l'acqua sporca: l'espressione usata dal ministro Matteo Salvini "è finita la pacchia" a proposito della vicenda del centro sociale Ex Canapificio vuol dire proprio questo.
Da oltre venti anni l'Ex Canapificio svolge un importante ruolo sul nostro territorio a tutela degli immigrati, del loro diritti all'integrazione e, soprattutto, nel loro diritto ad essere umani.
Banalizzare tutto con un "è finita la pacchia", mediaticamente efficace, ma parimente pericoloso, perché titilla quello stato di insofferenza che oggi si vive in Italia verso gli immigrati, vuol dire cancellare con un colpo di spugna tutto quello che è stato fatto negli anni da persone che hanno ottenuto dei risultati nel difficile campo dell’integrazione. Non è una difesa d'ufficio all'operato dell'Ex Canapificio, ma il riconoscimento di un ruolo svolto prima ancora che di un lavoro.
Se ci sono stati errori, abusi o prevaricazioni sarà la magistratura a stabilirlo con la distanza che la vicenda impone. Processi sommari non fanno bene ad un territorio che rischia di perdere quel senso di solidarietà che, invece, dovrebbe essere insito nel proprio dna.
A prescindere da colpevoli che, se ci sono devono pagare, promuovere un'azione di delegittimazione forti dell'autorevolezza del ruolo, significa depotenziare un lavoro che a prescindere da tutto deve andare avanti.
Per questo Salvini ha usato un’espressione infelice che non rispecchia la verità dei fatti e che espone lo stesso ministro a rischi mediatici fortissimi.
Va ricordato che mentre il titolare degli interni sputava veleno, nessuno dal governo ha revocato i fondi al Centro sociale per il lavoro che stanno facendo con lo Sparar, qualcosa questo vorrà pur dirlo! In una provincia in cui l’immigrazione troppo spesso è sinonimo di nuova schiavitù, sapere che ci sono persone che lavorano affinché innanzi a tutto vengano messi i diritti umani è una garanzia per tutti.
Se ci sono colpe nel lavoro fatto con gli immigrati, vanno ancora accertate, i meriti, invece, sono già sotto gli occhi di tutti...
Francesco Marino