10:40:24 CASERTA. Quello che si vede nella città di Caserta è un Capoluogo forse senza memoria?
Chi apre la mente ad una città forse distratta è l’associazione culturale Casa Hirta (di cui è presidente Pasquale Costagliola) che ha distribuito dei volantini in giro per la città intitolati “Caserta perde la memoria” che recita così: “Caserta è una città che vive la crisi dell’economia, dei servizi, dei diritti, della politica…”. Quello messo in evidenza dal sodalizio che ha lo scopo di “resuscitare” le coscienze (che sembrano sopite) dei vecchi e veri casertani è anche un altro aspetto più intrinseco che tocca per così dire le corde dell’anima: «Accanto a queste emergenze si profila anche la questione spirituale della perdita della memoria.
Ricordiamo che il nostro paesaggio storico è stato letteralmente sgretolato dalle cave. Con esso sta andando in fumo il retaggio storico ed architettonico svenduto senza esitazione».
E il riferimento va al Circolo Nazionale (di cui è presidente il generale Foglia) sito in piazza Dante: «Questa gloriosa istituzione del nostro territorio – dichiara il presidente dell’associazione Costagliola - è stata messa all’asta.
In pochi giorni un patrimonio complesso e prezioso della città, stratificato nel tempo è stato liquidato, complici o ignave le istituzioni locali di fronte all’ingordigia del governo nazionale.
Un esecutivo che cerca di liquidare la storia di Caserta per un milione e qualcosa di euro».
Giorno 16 febbraio alle ore 18.30 ci sarà la presentazione presso il circolo nazionale del libro intitolato “Matrix europea” dello scrittore napoletano Francesco Amodeo che tratta proprio della svendita del patrimonio immobiliare a respiro nazionale. «Il sodalizio casertano – continua Costagliola – è stato costituito otto mesi fa ed ha una pagina su facebook.
Abbiamo fatto la manutenzione del verde nella frazione di Casolla dove abbiamo formato un campo di lavoro».
Insomma basterebbe stillare una goccia di orgoglio per far traboccare il vaso.
Caserta sta andando purtroppo sempre più verso una deriva caratterizzata da una cultura contraddistinta da un “laissez faire laissez passer” che la sta condannando a finire in un vicolo cieco.
E come dare torto a questa associazione che vuole aprire gli occhi anche a chi non conosce la storia anche recente della nostra amata città?
Marco Malaspina