11:37:06 CASERTA. Sei anni senza Gigi Falco. Era il 3 febbraio del 2013 quando il pediatra ed ex sindaco di Caserta è deceduto improvvisamente lasciando un vuoto enorme a Caserta e non solo.
Personaggio dal grande carisma, ha formato due generazioni di amministratori che, hanno monopolizzato e monopolizzano la scena politica della città e della provincia dall’inizio degli anni 2000 ad oggi. E’ stato l’ultimo sindaco a guidare Caserta per due mandati, è stato l’ultimo sindaco a completare un mandato elettorale. Con le tecnologie di oggi, con i telefoni cellulari che hanno campo ovunque, sicuramente avrebbe completato anche il secondo, dal momento che, quel dicembre 2005 dall’Argentina, avrebbe sicuramente potuto parlare con i suoi defenestratori che, difficilmente, sarebbero andati avanti se avessero sentito la sua voce… Ma i tempi erano altri… Testardo, arcigno: nonostante gli epici scontri nei consigli comunali con l’opposizione (e che opposizione Peppe Venditto, Chicco Ceceri, Sandro De Franciscis, Franco Capobianco, Mimmo Dell’Aquila, Carlo De Michele, Ubaldo Greco, Andrea Boccagna, Antonio Ciontoli, Vito Infante, Ciro Carnevale giusto per fare qualche nome… ) si è saputo guadagnare il rispetto della controparte che, pur avversandolo con ogni mezzo, lo ha sempre contrastato con lealtà, a viso aperto, come si deve ad un grande rivale. La fotografia plastica di questo rapporto è nel primo consiglio comunale che Falco tenne da dirigente di Forza Italia con i confetti azzurri donatigli da Mimmo Dell’Aquila. Al nome di Falco sono legate esperienze come il Leuciana Festival che sono diventate un biglietto da visita per la città anche negli anni successivi: mettere al centro il Belvedere di San Leucio di un kermesse di grido pre-estiva servì ad accendere i riflettori su una delle borgate più belle della città che, però, sino a quel momento, era piombata nel dimenticatoio. Ma, il personaggio è anche in quelle scaramucce politiche che lo hanno reso famoso e che, comunque, gli hanno conferito quell’autorevolezza che ha portato, ad esempio, Caserta ad avere per la prima volta un soprintendente autoctono come Giovanna Petrenga alla guida della Reggia. Basti pensare quando nel 98, fresco di elezione, fece cambiare le serrature delle stanze degli uffici di Jolanda Capriglione e Gianni Mancino, dopo il ribaltone famoso che portò alla defenestrazione di Antonio Rastelli dalla guida della Regione in favore di Andrea Losco, sotto la regia del suo amico-nemico politico Domenico Zinzi. Il tergiversare di quei giorni a lui non piacque: dentro o fuori il progetto di centrodestra e lo face capire ai diretti interessati a modo suo… Per ricordare queste come altre storie legate al personaggio, domani sera, a partire dalle 18, la famiglia e gli amici hanno organizzato una messa in sua memoria presso la chiesa di Sant’Antonio in corso Giannone. Anche quest’anno, in tanti porteranno il loro saluto ad un personaggio che è un pezzo importante della storia contemporanea della città di Caserta.
