14:39:32 CASERTA.“L’autonomia differenziata chiesta da alcune regioni del nord altro non è che il tentativo, neanche tanto nascosto, di abbandonare il sud al proprio destino.

Una vera e propria secessione dei ricchi che rischia di spaccare definitivamente in due il Paese”. Lo ha detto Aldo Patriciello, parlamentare europeo e membro del Gruppo Ppe, nel corso del seminario di formazione su “Unione Europea e opportunità per le Pmi e le libere professioni” tenutosi a Caserta presso il Gran Hotel Vanvitelli. Un evento promosso dalle associazioni “Patto Casertano”, presieduto da Giovanni Lavornia, e “Terre Calde”, in collaborazione con gli ordini professionali della provincia. Dall’Unità d’Italia ad oggi – ha spiegato l’eurodeputato -  anche se con alterne fortune, si è cercato di accorciare il divario economico tra il nord e il sud del Paese. Oggi, invece, per la prima volta, stiamo assistendo al tentativo di mettere nero su bianco il fatto che alcuni diritti fondamentali non saranno più garantiti in misura uguale a tutti i cittadini ma solo a quelli residenti nelle Regioni più ricche. Una follia istituzionale che non solo viola palesemente la Costituzione ma che tradisce tutti gli sforzi compiuti in questi anni dall’Unione Europea e dall’Italia, attraverso le politiche di coesione, per ridurre il gap economico del Mezzogiorno. Sono sempre stato convinto – ha proseguito Patriciello – che il sistema delle autonomie locali vada cambiato. Ma un conto è la riforma di cui avrebbero bisogno le Regioni, un altro è creare cittadini di serie A e cittadini di serie B. Il regionalismo differenziato in discussione il prossimo 15 febbraio è, invece, una fuga in avanti di alcune regioni del nord. Un federalismo sbilanciato e parziale inseguito dai più forti che cerca di rimediare quanti più soldi e potere per i suoi, e se ne infischia del resto del Paese. Per queste ragioni ho sottoscritto l’appello lanciato dal prof. Viesti e da altre autorità politiche ed accademiche del sud, affinché nessuno si volti dall’altra parte di fronte ad un  provvedimento che metterebbe in serio pericolo l’unità del Paese”.