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11:22:40 MADDALONI. Luigi Bove, vicesindaco di Maddaloni e assessore al bilancio, quali sono state nei primi sei mesi di amministrazione le sfide piu’ difficili che ha affrontato ed i risultati di cui va maggiormente fiero?

«Per quanto concerne il mio assessorato al bilancio e ai tributi con delega anche alla protezione civile, sin dall’insediamento ho cercato di fare un’azione di bonifica dei conti. Abbiamo approvato una serie di debiti fuori bilancio, assunti precedentemente e di cui l’attuale amministrazione non ha alcun tipo di responsabilità, ma si è accollata l’onere di riconoscerli per sanare le casse. Abbiamo dato un forte impulso alla costituzione dell’Ufficio Unico delle Entrate che di fatto è stato realizzato, con una graduale internalizzazione di tutti i principali tributi locali. E per ultimo non dimentichiamo l’annoso contenzioso con l’Interporto che volge finalmente al termine giacchè proprio in queste ore l’Ise ha ufficialmente accettato di procedere per conciliazione sulle questioni ICI e IMU degli ultimi dieci anni. Siamo in dirittura d’arrivo e andiamo a risolvere un contenzioso di circa 15 mln di euro. Le procedure sono finite, però, ovviamente, adesso si entra nella fase operativa dell’operazione».

“Declassamento ospedale”: quali sono le sue considerazioni e come definisce il piano regionale.

«Il nuovo piano sanitario regionale, realizzato da una giunta a trazione PD, prevede purtroppo una mortificazione dell’Ospedale Civile di Maddaloni. Prevede che l’Ospedale diventi semplice Pronto Soccorso, con la perdita dei reparti di oculistica e di otorinolaringoiatra. Diventerebbe una cattedrale nel deserto. Da tener conto una cosa fondamentale: il nostro Ospedale serve un’utenza che abbraccia i comuni di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Cervino, Valle di Maddaloni, Arienzo oltre a quelli del beneventano quindi Forchia, Arpaia, Durazzano, Airola, Telese, Sant’Agata de’ Goti e le rispettive frazioni. Arriviamo ad un’utenza di circa 200mila persone. Il nostro obiettivo è quello di tornare ad essere DEA di primo livello, ma comunque non ci affezionano alle terminologie: dobbiamo avere i reparti a Maddaloni. Ci devono garantire il trasferimento completo di cardiologia e non possono privarci dei reparti di oculistica, otorinolaringoiatria e pneumologia».

Per scongiurare lo smembramento dell’ospedale, insieme ad altri consiglieri, ha partecipato al primo incontro in regione con il presidente della commissione Sanità. Cosa si è detto e nei fatti come si procederà?

«Lo scorso martedì io e i consiglieri comunali Marone, Tagliafierro, Russo Domenico e Russo Michele, Campolattano, Caiazzo e Sferragatta abbiamo partecipato a questo primo incontro in Regione ribadendo le nostre posizioni. Il tavolo tecnico ha deciso di riaggiornarsi ed entrare nel merito della questione, ma sicuramente quello è soltanto uno dei momenti in cui faremo valere le nostre ragioni, non è l’unico! Alta è l’attenzione e intendiamo continuare a coinvolgere la cittadinanza perché è una mortificazione che non possiamo subire in maniera passiva. C’è la necessità di reagire e far sì che l’ospedale di Maddaloni abbia una specifica dignità, non deve ridursi a mero Pronto Soccorso senza reparti, diventerebbe inutile e dannoso per tanti cittadini, non soltanto maddalonesi, come ho detto prima».

C’è da aspettarsi un altro colpo di scena?

«Conseguenzialmente a questo piano scellerato approvato in Regione, potremmo aspettarci solo la chiusura, nella peggiore delle ipotesi. Ma ribadisco che ci stiamo battendo per far sì che non solo ciò non accada, ma anche per garantire la certezza dei reparti a Maddaloni».

Un suo pensiero sull’ultimo consiglio e sul risentimento dei consiglieri di minoranza per i modi utilizzati dal sindaco De Filippo.

«I modi sono sempre soggettivi e non capisco quali modi non sarebbero stati di gradimento all’opposizione. L’opposizione, se è tale, deve essere brava a sfidarci sulle argomentazioni ma deve anche comprendere che il “tempo delle mele” a Maddaloni è finito. Per quanto mi riguarda, io non cerco il plauso dell’opposizione perché è giusto che essa reciti la propria parte, ma cercherei in loro un atteggiamento di onestà intellettuale rispetto a tutta una serie di questioni che noi almeno stiamo provando ad affrontare e a risolvere. Questioni incancrenite nel tempo che sicuramente non vedono la responsabilità di questa Amministrazione».

Salutiamoci illustrando i prossimi obiettivi e le sfide che si è prefissato per la prima parte di questo 2019.

«Tra le sfide da agguantare e gli obiettivi da raggiungere, abbiamo messo in campo un ragionamento di lotta all’evasione che, inutile nasconderlo, c’è in questa città. Rispetto al passato, in cui ciò non avveniva, stiamo facendo accertamenti ex novo per circa 1,5 mln di euro per l’IMU. Tradotto ciò significa ovviamente ulteriori possibilità di risorse per il comune. Abbiamo ormai avviato anche le procedure per il rientro di altri crediti che il comune vanta. A tal proposito, io faccio sempre un ragionamento di distinzione, e ci tengo a ripeterlo ancora una volta, tra il vero povero che purtroppo è tale e quindi anzi va aiutato ed il finto povero che invece deve pagare. Il Comune deve assolutamente pretendere quanto la legge prescrive».

Fiorella Tagliafierro


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