10:24:46 CASERTA. Scoppia la grana parcheggi al Comune di Caserta. Dopo anni di guerre contro la Pubbliservizi e la Pubbliparking, oggi, a finire sulla graticola e la Tmp, la società che ha vinto la gara per la gestione della sosta nel capoluogo.

Se, rispetto alla precedente gestione, c’è un evidente risparmio sulla tariffa oraria, sono diverse le anomalie e le segnalazioni che sono finite sotto la lente di ingrandimento degli amministratori e che saranno discusse nel prossimo consiglio comunale grazie alla mozione che ha presentato l’esponente di Campania libera Mario Alessandro Russo.

Il deluchiano, infatti, ha rilevato come ci siano delle incongruenze rispetto ai servizi offerti e il capitolato d’appalto che potrebbero portare il Comune anche a non versare alla società parte delle somme dovute come risarcimento per il danno subito.

Si può dire che, sostanzialmente, da un punto di vista tecnologico per i servizi offerti si è assistito ad un arretramento tra la Pubbliparking e la Tmp.

Mentre prima l’automobilista non era tenuto ad esporre il tagliando della sosta sul cruscotto perché le apparecchiature della Pubbliparking rilevavano automaticamente se le auto presenti nello singolo stallo avevano pagato il pedaggio oppure no, oggi è necessario che il tagliandino venga messo in bella mostra.

Il disservizio più grande con il quale, però, sono costretti a fare i conti i cittadini è l’impossibilità di pagare la sosta attraverso bancomat e carta di credito nonostante il capitolato lo prevedesse. Appare evidente, nell’era del bitcoin, come si assista ad un disagio certamente grande per gli automobilisti che devono munirsi di monetine se vogliono parcheggiare senza problemi la loro vettura.

Altro aspetto che crea disagio agli automobilisti è rappresentato dal fatto che non è possibile prolungare la sosta, così come succedeva prima, da un parchimetro diverso da quello in prossimità dello stallo dove si è parcheggiato.

Le colonnine presenti nella zona B di Caserta sono, infatti, differenti da quelle presenti nella zona A, cosa non prevista dal capitolato. Tra le altre cose, a quanto sembra, le colonnine della zona B non sono nuove di zecca, altro aspetto che non sarebbe conforme al capitolato. La discussione sulle presunte violazioni del capitolato è seguita con particolare attenzione dal momento che si potrebbe aprire un’altra pagina in città nel caso in cui le stesse dovessero essere riscontrate. In discussione, infatti, finirebbero le multe legate al parcheggio che, secondo alcuni avvocati potrebbero essere impugnate. Comitati di consumatori si stanno mettendo all’opera per verificare la situazione e per avviare anche un’azione legale per non pagare le multe elevate per violazioni legate alla sosta. Per un argomento che sicuramente susciterà clamore nel prossimo consiglio ce n’è un altro che, pur suscitando un clamore equivalente, molto probabilmente, non sarà portato in discussione.

Si tratta della questione del centro sportivo a Casola intorno al quale si è consumata la rottura tra il sindaco Carlo Marino e il consigliere di maggioranza Domenico Maietta. Marino non è convinto dell’operazione e pare che non lo voglia portare nuovamente in discussione dopo il rinvio dell’ultima seduta. Ma cosa prevede il progetto della discordia? Un mini centro sportivo accanto alla parrocchia di Casola. La parrocchia possiede un terreno accanto alla chiesa sul quale intende realizzare un campo da calcio regolamentare con tanto di spalti e spogliatoi, un campo da calcetto, un campo da bocce, un buvette e un parcheggio. Si tratta di un progetto che insiste su un’area di quindicimila metri quadri, non propriamente il campetto dell’oratorio, almeno quello al quale comunemente si pensa, per la quale è necessaria il cambio di destinazione d’uso dal momento che è accatastata come suolo agricolo. E’ necessaria, quindi una variante urbanistica che il consiglio comunale di Caserta è chiamato ad approvare altrimenti niente centro sportivo.

Sul progetto non c’è proprio unità di vedute tra gli eletti di Palazzo Castropignano dal momento che, trattandosi di un’idea ambiziosi, in molti pensano che la chiesa, da sola non abbia la forza economica di realizzarla e di gestirla. Qualcuno pare che lo abbia fatto anche presente a don Valentino Picazio che pare non abbia escluso la possibilità di chiedere l’aiuto a qualche privato laddove la chiesa da sola non dovesse arrivare a sostenere tutti i costi. Tutto pianificato, o quasi, visto che senza variante, come detto, l’operazione è destinata ad abbortire.