11:13:32 CASERTA. Sta per partire la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere. Avvocato Nicola Di Benedetto, lei è tra gli animatori del movimento Avvocaturadelfare Articolo24 che si è approcciato a questa competizione seguendo una liturgia certamente non convenzionale per la categoria: vi siete presentati ai colleghi con una linea chiara, ma senza “pacchetti chiusi” né sul piano programmatico né su quello delle candidature.

«L’”AvvocaturadelFare-Articolo 24” è un movimento orizzontale, che nasce nelle aule di giustizia dal confronto quotidiano tra gli Avvocati sulle criticità e sulle problematiche che condizionano lo svolgimento ed il ruolo dell’attività professionale nel Foro di Santa Maria Capua Vetere.

La classe Forense ha avvertito, e avverte, la necessità e l’urgenza di un cambio di passo rispetto ai limiti oggettivi manifestati dall’ultima consiliatura.

Noi ci proponiamo di agire con un’apertura al dialogo ed al confronto costruttivo con tutti i Colleghi del Foro, i quali, stanchi dei conflitti personali e dei metodi para-clientelari, esigono azioni propositive ed incisive, affinché sia restituito prestigio ed autorevolezza alla categoria. E’ anche per questo che abbiamo promosso incontri itineranti nei diversi comuni per meglio raccogliere le istanze che arrivano dai colleghi».

A cosa si riferisce quando parla di ‘limiti oggettivi’?

«L’ultima consiliatura è stata dilaniata da inutili, esasperate ed esasperanti contese personali, ha assistito alle dimissioni di metà dei consiglieri eletti, nonché ad inutili, dispendiosi e dannosi contenziosi, sia in sede civile che in sede penale, tra il Consiglio dell’Ordine ed i componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, alcuni dei quali candidati per le prossime elezioni, con grave nocumento per l’intera classe forense, vittima, suo malgrado, di un vulnus di autorevolezza con conseguente evanescente confronto istituzionale».

Quanto hanno pesanto gli scontri interni sulle politiche messe in campo in materia di edilizia giudiziaria?

«La crisi di rappresentanza è, a nostro avviso, anche alla base delle ultime mortificazioni subite con l’indecorosa storia del trasferimento della quarta sezione civile del Tribunale presso gli Uffici del Giudice di Pace in località “Grattapulci”, fatta motu proprio dalla Presidente del Tribunale senza tener conto del parere contrario espresso dall’Ordine. Dobbiamo farci rispettare dai nostri interlocutori istituzionale, così come noi rispettiamo loro. L’Ordine deve rivendicare quel ruolo di vigilanza sugli edifici giudiziari per garantire quel decoro e quella funzionalità degli stessi necessari per un corretto svolgimento della nostra professione».

Su chi punta il vostro movimento per vincere le elezioni?

«Non ci appassionano le dispute personali e le lotte per le poltrone, come fanno alcuni, che si candidano solo per preservarsi gli incarichi ottenuti dalla precedente consiliaturta. Noi, a differenza di costoro, siamo interessati esclusivamente alla risoluzione delle problematiche che condizionano negativamente lo svolgimento della nostra professione. E’ giunto il momento di voltare pagina e di recuperare una sana e proficua dialettica, di tendersi la mano, anche in prospettiva del rinnovo degli organi consiliari: a tal fine, abbiamo predisposto una specifica piattaforma programmatica, destinata ad essere ampliata ed approfondita nel corso degli incontri che terremo sui territori, anche con l’apporto di idee e contributi dei Colleghi non ancora coinvolti nel movimento».

Che funzione immaginate per il nuovo consiglio dell’ordine?

«L’Ordine deve diventare uno strumento per i colleghi, non la rappresentazione plastica di una casta o di un’oligarchia, e, per farlo, deve mettere al centro quelle che sono le esigenze che oggi noi tutti abbiamo a cominciare dai tempi certi delle udienze, all’efficentamento delle cancellerie sia del tribunale che del giudice di pace passando per una velocizzazione delle pratiche burocratiche che può avvenire solo attraverso una modernizzazione degli strumenti informatici. A tutti i colleghi devono essere garantite le stesse possibilità e gli stessi diritti, soprattutto in materia di gratuito patrocinio per i quali devono essere accelerati i tempi di liquidazione. Bisogna introdurre un sistema di rotazione degli incarichi che permetta a tutti gli avvocati in possesso delle competenze acquisite, con criteri oggettivi, di potervi accedere. La strada delle short list garantirebbe trasparenza e rotazione sempre. Servono protocolli per fissare un equo compenso che valorizzi le professionalità e non subisca possibili arbitrarie valutazioni dei magistrati nella liquidazione degli onorari».