17:20:16 CASERTA. Il braccio di ferro tra le congreghe e il Comune di Caserta sulla tassa sui loculi va avanti. A ricolgersi al Consiglio di Stato per fermare l’imposta sono state la Confraternita del Preziosissimo Sangue SS. Corpo di Cristo e Rosario, di Puccianiello e la Reale Arciconfraternita San Giovanni Battista di Piazza Duomo che, che, attraverso un articolato ricorso presentato dall’avvocato Paolo Centore hanno presentato appello contro la sentenza del Tar che dava ragione al Comune di Caserta, rappresentato, nella circostanza, dall’avvocato Tommaso Parisi.
L’avvocato Centore ha evidenziato come l’imposta introdotta dalla delibera di Giunta 35 del 01/12/2011 confermata da quella 71 del 18/04/2014, serviva per garantire servizi a domanda individuale. Il legale sottolinea come tale imposta rappresenti quindi una palese duplicazione della Tasi che è già preposta a tale funzione determinando una doppia tassazione a carico del contribuente per un medesimo servizio cosa non possibile per la legge italiana. In un passaggio del ricorso viene chiarito come il «il TAR Campania ha erroneamente ritenuto che l'amministrazione resistente non abbia introdotto un nuovo tributo comunale, ma abbia soltanto previsto l'applicazione di tariffe con funzione di corrispettivo per l'uso dello spazio cimiteriale da parte dei singoli utenti». «Contrariamente a quanto sostenuto dal TAR Campania l'amministrazione – nel deliberato giuntale - prevede espressamente (punto 5) di "istituire un contributo annuo gravante sugli utenti delle concessioni per far fronte agli oneri che il Comune deve sostenere per l'insieme delle prestazioni immediate, ma anche a lungo termine, quali l'ordinaria e la straordinaria manutenzione dei manufatti, la manutenzione del verde, la custodia, la pulizia delle parti comuni, dei servizi igienici, la dotazione dei parcheggi, dell'acqua potabile, dell'illuminazione pubblica, l'uso della camera mortuaria ect…...." - si legge ancora - Al di là della terminologia utilizzata, "il contributo" annuo istituito dall'amministrazione comunale di Caserta ha natura assolutamente tributaria, poiché correlato ai servizi indivisibili resi dall’amministrazione, ed i cui costi sono già ricompresi nella T.A.S.I.». Nell’esposto l’avvocato evidenzia anche alcuni errori commessi dal giudice di primo grado nell’interpretazione del valore dell’impoista. «Con motivazione assolutamente lacunosa il giudice di primo grado ha ritenuto altresì che il venir meno della presupposta natura tributaria del prelievo contestato comporti la non configurabilità delle violazioni dei principi dettati in materia di doppia imposizione, di irretroattività e di violazione del principio di riserva di legge, articolati negli altri motivi di ricorso in primo grado - si precisa - Tale assunto è erroneo! V-a assolutamente esclusa la natura corrispettiva del tributo in parola, alla luce delle diverse caratterizzazioni tributarie possedute dallo stesso (doverosità e correlatività a servizi indivisibili resi dall’amministrazione) che si pongono in diametrale antitesi con la natura corrispettiva erroneamente sostenuta dal TAR Campania. Ne consegue, allora, l’assoluta fondatezza della censura formulata in primo grado dalle odierne appellanti e costituita dalla violazione del principio di riserva di legge sancito dalla Carta Costituzionale, nonché dalla violazione dell'art. 52 del D.lgs. n. 446/1997 in tema di potestà regolamentare generale dei comuni e delle province». Le confraternite fanno presente come il tributo non possa essere retroattivo.
