12:41:33 CAPUA. Un progetto civico popolare al di la dei partiti tradizionali: avvocato Barresi con queste caratteristiche lei ha tratteggiato lo schema al quale sta lavorando per le prossime amministrative. Ci fa capire meglio?
«Oggi Capua ha bisogno di un programma che metta al centro le esigenze della città, le sue criticità, le sue possibilità, un programma che definisca non solo cosa fare, ma soprattutto come farlo.
Un programma al quale non possono lavorare un numero ristretto di persone, ma che, necessariamente, deve essere condiviso con i cittadini, con il mondo delle professioni, con l’Università, con i giovani. Ciascuno in base alle proprie competenze deve dare un contributo in modo da poter far ripartire da subito la macchina amministrativa. Non devono trascorrere i canonici venti giorni per cominciare a lavorare, ma, immediatamente dopo l’elezione, la macchina deve essere in grado di essere operativa perché tutti hanno le conoscenze per poter operare in base ad un programma che non è un semplice adempimento amministrativo, ma il collante per tenerci tutti uniti».
Perché parla di uno schema civico e chiude in maniera così netta ai partiti?
«Appare chiaro che i partiti hanno esaurito la loro funzione e c’è bisogno di andare oltre senza irretirci in schemi superati che non sono più in grado di dare delle risposte a quelle che sono le esigenze della città di Capua. Un’aggregazione civica ci permette di guardare oltre noi stessi, di parlare con tanti mondi, in primis con l’Università, ma anche con altri enti, a cominciare dalla Regione, passando per i comuni confinanti per realizzare dei progetti in grado di drenare delle risorse».
Chi sono oggi i vostri interlocutori?
«Tutti, o quasi... Chiaramente tutte le persone perbene, le donne, i giovani, gli uomini che hanno voglia di impegnarsi per Capua. Le forze civiche che stanno nascendo nella nostra città. Se, poi, la domanda è se possiamo parlare con gli ex amministratori, la risposta è sì, a parlare si può parlare con tutti, è per condividere un percorso insieme che si deve avviare un processo di selezione che noi stiamo adottando. Non ci interessa tenere tutto e tutti, vogliamo lavorare con chi ha voglia e capacità per farlo. Non ci interessa avere con noi chi è stato protagonista degli sfaceli degli ultimi anni. Non è questo quello che serve oggi a Capua che, ricordiamolo è una città in dissesto, non riesce a sfruttare il suo patrimonio culturale, non è in grado di valorizzare i suoi giovani, non riesce a diventare una meta turistica. E’’ da qui che noi vogliamo ripartire».