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09:54:00 MARCIANISE. Dopo il rogo delle scorse settimane la Lea è ancora nell’occhio del ciclone. Questa volta, a puntare l’indice contro l’azienda, sono le imprese che insistono nell’area circostante allo stabilimento che si occupa dello stoccaggio dei rifiuti che hanno presentato ricorso al Tar per chiedere la revoca delle autorizzazioni concesse alla Lea per la lavorazione dell’immondizia oltre il risarcimento dei danni che hanno subito.

Le imprese si sono affidate all’avvocato Renato Labriola che si è appellato alla Regione Campania, alla Provincia per chiedere l’annullamento del decreto dirigenziale della Regione Campania n. 39. del 12.7.2017 pubblicato sul B.U.R.C. n. 56 del 17.7.2017 con cui sono state volturate in favore della L.E.A. srl le autorizzazioni di stoccaggio e recupero dei rifiuti pericolosi e non a suo tempo rilasciate alla ECOLOGIA IAVAZZI srl con decreto della Regione Campania n. 113/2013; n. 42/2014; n. 25/2015 da espletarsi e svolgersi in un impianto sito nel comune di Marcianise zona ASI località Ceraso. Il ricorso prende le mosse dall’ordinanza del Sindaco di Marcianise Antonello Velardi che ha disposto l’interdizione delle attività industriali per un raggio di 300 metri dalla Lea fino allo scorso 5 novembre. Dal 26 ottobre, data dell’incendio, al 5 novembre c’è stata l’interruzione delle attività delle altre imprese che, quindi, hanno subito un danno. «Dalla detta vicenda è di cristallina evidenza che il danno creato dall’incendio è unicamente da ascriversi sia ai mancati controlli che all’insufficienza e/o assenza delle misure di sicurezza specifiche per gli impianti di stoccaggio e trasformazione che hanno configurato un illegittimo comportamento da parte di Regione e Provincia - si legge in un passaggio del ricorso - E’ di palmare evidenza che nel caso “de quo agitur” vi è stato un difetto di controllo da parte della Provincia di Caserta sull’impianto gestito dalla LEA srl. sito nella zona ASI di Marcianise atteso il fatto che certamente un incendio in un sito di stoccaggio nel mese di ottobre non avviene per autocombustione e per svilupparsi ha bisogno di certe condizioni che hanno riferimento sia all’impianto di videosorveglianza, sia alla quantità di materiale smaltito, e sia soprattutto alla presenza e al perfetto funzionamento degli impianti di sicurezza con particolare riferimento agli impianti antincendio. Non risulta allo stato che vi siano stati dei controlli da parte dell’ente preposto e se vi sono stati gli stessi sono stati insufficienti, anche e soprattutto sulla verifica se il quantitativo di rifiuti e la loro qualità sono in linea con le autorizzazioni regionali. Ma la responsabilità principale nella vicenda “de qua agitur” ricade sulla Regione Campania se è vero che, secondo la Circolare del Ministero dell’Ambiente n.4064 del 15 marzo 2018, devono essere individuati i requisiti tecnici ed organizzativi obbligatori per tutti gli impianti che effettuano gestione dei rifiuti, nonché gli accorgimenti operativi cui i gestori devono attenersi per assicurare lo svolgimento delle attività in sicurezza». Labriola focalizza le attenzioni su Regione Campania per quello che riguarda la “voltura” dei permessi da Iavazzi a Lea. «Nel caso “de quo agitur” non risulta che la Regione Campania nel volturare le autorizzazioni della ECOLOGIA IAVAZZI srl alla LEA srl con il provvedimento impugnato in questa sede abbia individuato i requisiti tecnici ed organizzativi obbligatori, nonché gli accorgimenti operativi per assicurare lo svolgimento delle attività in sicurezza del sito di stoccaggio oggetto del presente ricorso, e di certo non potevano essere presi a riferimento quelli a loro tempo individuati e controllati alla ECOLOGIA IAVAZZI srl - si legge in un ulteriore passaggio - A far data dal giorno 26.10.2018, venerdì, nella immediatezza dell’evento straordinario, le ricorrenti, tutelando la salute degli uomini ed evitando loro la prossimità al rogo ed alle emissioni che ne scaturivano, non hanno consentito l’accesso agli ambienti di produzione nei giorni 29, 30 e 31 ottobre, attività che non sono state riprese nemmeno il successivo venerdì, 02.11.2018, primo giorno interessato dall’ordinanza sindacale di revoca del divieto di svolgimento delle attività in parola, in quanto obbligata al rispetto dell’ordinanza medesima, ma a completo discapito dei propri programmi di produzione e di consegne ai clienti. La predetta sospensione delle attività produttive delle impresel rappresenta un evento che ha cagionato, giorno per giorno, una perdita economica


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