15:22:32 Precari nel settore sanitario, il coordinatore provinciale della Fials sanità privata Maurizio Cecere interviene sui futuri sviluppi. «Si attua dall'inizio di quest'anno la riforma della pubblica amministrazione, il decreto Madia. All'epoca della sua emanazione – afferma Cecere - fu oggetto di numerose critiche da parte dell'opposizione al governo, a causa dei criteri di valutazione che si sarebbe dovuto tenere in conto all'entrata in vigore.
Dunque, da anni si parla di riformare il comparto pubblico, senza scordare che c'è una miriade di lavoratori da stabilizzare, uno stop deciso ai rapporti flessibili. Il decreto legislativo 75/2017 prevede che nel triennio 2018/2020 si sblocchino le assunzioni. Un decreto costellato di successive circolari di ‘aggiustamento’ e spiegazioni al decreto madre, che ha dato vita a un triennio di fuoco, fiamme e non pochi problemi a quanto pare visti i primi risultati dell'applicazione.
Nella martoriata sanità i precari sono 37.500, di cui 10.000 dirigenti.
Per anni si è assistito all'utilizzo da parte delle aziende sanitarie del precariato che andava a supplire con contratti a tempo determinato la carenza di personale, benché il vecchio Ccnl chiarisce che era utilizzabile solo per brevi periodi e in particolari situazioni. La circolare dà indicazioni alle amministrazioni pubbliche che potranno partire subito con le assunzioni, a partire da gennaio 2018, per il triennio 2018-2020. Senza aspettare, dunque, il piano triennale dei fabbisogni, tenendo conto però dei limiti derivanti dalle risorse finanziarie a disposizione e delle figure professionali già presenti nella pianta organica. Sarà opportuno che le amministrazioni operino, comunque, una ricognizione del personale potenzialmente interessato e delle esigenze di professionalità da reclutare.
Il decreto impone anche il divieto di riproporre nuovi contratti di tipo precario per il futuro e consentirà solo le cosiddette ‘collaborazioni genuine’. Concetto strano quanto astruso, il divieto è infatti circoscritto esclusivamente alle professionalità e alle posizioni oggetto delle procedure di reclutamento speciale, si legge nella circolare. Le amministrazioni che hanno necessità di ricorrere a tipologie di lavoro flessibile dovranno privilegiare, per il reclutamento speciale, l'utilizzo di risorse di turn over ordinario nel rispetto del principio dell'adeguato accesso dall'esterno. In particolare la circolare indica che i primi due commi dell’articolo 20 del Dlgs 75 sono i due ‘pilastri portanti della possibilità che hanno le amministrazioni di avviare procedure di reclutamento speciale transitorio per il triennio 2018-2020’. I due commi si applicano a tutto il personale degli Enti del Servizio sanitario nazionale con le stesse modalità previste per tutto il resto del personale della Pubblica amministrazione.
In particolare per il personale medico, tecnico-professionale e infermieristico del Servizio sanitario nazionale, dirigenziale e non, la circolare prevede che ‘in quanto personale direttamente adibito allo svolgimento delle attività che rispondono all’esigenza, prescritta dalla norma, di assicurare la continuità nell'erogazione dei servizi sanitari, è consentito il ricorso anche alle procedure di cui all’articolo 20 e, per il personale tecnico-professionale e infermieristico, il requisito del periodo di tre anni di lavoro negli ultimi otto anni, previsto dall’articolo 20, commi 1 lettera c) e 2, lettera b), può essere conseguito anche presso diverse amministrazioni del Servizio sanitario nazionale’. L’articolo 20, spiega la circolare, consente alle amministrazioni, per il triennio 2018-2020, di bandire procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al 50% dei posti disponibili, al personale non dirigenziale che abbia determinati requisiti.
Pur ritenendo giusta la stabilizzazione dei precari, ci si chiede a quanti giovani verrà data una reale opportunità di lavoro con questa riforma, quanti non saranno costretti a varcare i confini di questo paese per avere un futuro e una speranza. Insomma in Italia è tutto in mano all'Uccs: ufficio complicazioni cose semplici».
