12:56:42 I fatti delle ultime ore accaduti in provincia di Caserta, ovvero l'inchiesta giudiziaria avviata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, ci consegnano uno scenario molto torbido che ci induce ad alcune riflessioni.

La pubblica amministrazione ne esce malissimo: asservita ad interessi di parte, schierata al fianco del privato e non del pubblico, con il perpetuarsi di un andazzo antico che persiste nell'assoluta impunità dei responsabili. Non solo. Il quadro che emerge segnala una classe politica pessima, votata agli affari e non all'esercizio di una funzione e all'assolvimento di un compito per il bene comune. Secondo i canoni della retorica noi dovremmo esprimere solidarietà ai soggetti coinvolti nell'inchiesta, auspicando la loro estraneità. Facciamolo pure, ma questa è retorica: non serve a niente, serve a fuggire dalle responsabilità. Ma un conto sono le responsabilità penali, un conto quelle politiche e quindi quelle storiche. E sono gravissime. Fuori i mercanti dal tempio! Via i ladri e gli affaristi, via i politici che sono complici degli affaristi! Sui rifiuti in pochi hanno lucrato ingenti guadagni e in molti ci hanno rimesso la pelle. Quei molti siamo noi, sono le comunità. L'inchiesta della Dda mi fa ancor di più capire che il settore dei rifiuti cambierà solo se ci saranno protagonisti nuovi. Nuovi. Con una testa completamente diversa, in assoluta discontinuità con il passato. Per questo sono sempre più convinto di aver fatto bene nel lasciare la presidenza dell'Ato Rifiuti di Caserta: un gioiello che invece rischia di trasformarsi in carrozzone, in continuità con il passato. Ero e sono troppo fuori asse, il partito dei rifiuti ha tutto l'interesse a tenermi fuori. Non credo all'Ato Rifiuti così come è stato concepito nella nostra provincia, con la presidenza del sindaco di Caserta Carlo Marino. È un mondo distante anni luce dal mio, è un mondo che non potrà essere mai il mio. In tutto questo, il presidente dell'Ato Rifiuti ha adesso avuto il tempo di convocare una riunione del consiglio per deliberare la mia espulsione: facciano pure, c'è modo e modo di zittire le persone. Ovviamente io non starò zitto. Ringrazio la Dda di Napoli per quello che sta facendo e per quello che farà. La ringrazio non da sindaco di Marcianise, ma da cittadino. Da cittadino! Da figlio di una terra disperata, persa, condannata a vivere nell'arcaismo. Ma noi siamo figli dell'illuminismo, della modernità, e non vogliamo più accettare pratiche e commistioni che ci consegnano al buio del Medioevo. Fuori i mercanti dal tempio!

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Antonello Velardi, sindaco di Marcianise