CASERTA. «E’ un eroe quotidiano». Definisce così monsignore Santo Marcianò, Ordinario militare, nell'omelia dei funerali del carabiniere Emanuele Reali, il 34enne travolto e ucciso dal treno mercoledì sera in via Ferrarecce mentre inseguiva un ladro.
Presso la chiesa madre di Piana di Monte Verna l’arma dei carabinieri era tutta schierata per il picchetto d’onore per il giovane vice-brigadiere morto in servizio. C’erano anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il sottosegretario e il comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri a rendere omaggio alla memoria del militare. Il ministro Trenta ha accarezzato la bara e la bandiera italiana nella quale era avvolta la salma e, poi, ha abbracciato i familiari. Presente anche il sindaco di Caserta Carlo Marino che oggi aveva proclamato il lutto cittadino con un minuto di silenzio in tutti i luoghi pubblici all’orario del funerale. Nell’omelia del vescovo toccante il passaggio nel quale lancia un messaggio alle bimbe di Emanuele che perdono il loro papà e saranno costrette a crescere senza di lui. «La testimonianza della sua vita e della sua morte vince con il bene il male e perciò trasforma la storia, la fa risorgere, la fa rinascere. Solo da qui può rinascere la speranza per il nostro mondo avvelenato di violenza e assetato di pace. E solo questa speranza darà a voi - ha detto il religioso - Pur nello strazio, la forza di continuare a vivere; darà la forza di crescere alle piccole Paola e Giorgia, non solo con l'esempio di un padre meraviglioso ma grazie al seme da lui seminato, che porterà frutto nei loro cuori. È il seme che tu, Emanuele, hai sparso con generosità e con un amore traboccante, eccessivo, sproporzionato; mettendo la tua vita, come tanti tuoi colleghi carabinieri e tanti militari eroi sconosciuti, fino alla fine a servizio della sacralità della vita umana. Una vita non da eliminare ma da servire, non da distruggere ma da salvare. Che questo gesto compia il miracolo dell'amore salvando dall'odio e dalla violenza la vita di molti, forse anche di coloro per i quali tu sei morto, perché il nostro mondo veda un'era di giustizia, fraternità e pace».