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09:13:36 CASERTA. E’ ormai ridotto all’osso il personale dell’azienda sanitaria di Caserta con gravi conseguenze sulla capacità di garantire un’assistenza h24 degna di questo nome.

Il laboratorio d’analisi, ad esempio, nelle ore notturne resta chiuso per mancanza di forza lavoro sia nell’ospedale di Maddaloni che in quello di Santa Maria Capua Vetere, nonostante il primo sia dotato di rianimazione e il secondo di Utic.

Se arriva un paziente dopo le venti che ha bisogno di analisi del sangue, i medici sono costretti ad effettuare il prelievo e, poi, a portarlo in ambulanza presso l’ospedale Moscati di Aversa o presso quello di Marcianise che, invece, fortunatamente, hanno il laboratorio d’analisi funzionante per tutte le ventiquattro ore.

«Appare sin troppo evidente, come se ci si trova di fronte ad un paziente in gravi condizioni o ad uno che ha un infarto in corso si perde del tempo che potrebbe rivelarsi determinante per prestargli le cure di cui necessita. Con le tecnologie di oggi appare paradossale ancorché grottesco che si verifichino situazioni del genere in strutture, tra le altre cose di ottimo livello come il Melorio e l’ospedale di Maddaloni».

A suonare il campanello d’allarme è il segretario della Funzione pubblica della Cisl Nicola Cristiani che sottolinea come l’azienda sconti un ritardo nella programmazione del personale spaventoso.

«Non si può tergiversare oltre - ha ripreso - è necessario attivare le procedure per l’assunzione di infermieri, tecnici in modo da poter far funzionare nella maniera corretta le strutture presenti sul territorio.

E’ dal 2001 che non facciamo un concorso per infermieri, troppo tempo per un comparto strategico come quello della sanità».

La carenza di personale presso i centri di analisi dei due importanti ospedali ha delle ricadute sull’intera provincia.

«Si spiega anche in questa maniera - ha sottolineato il segretario della Cisl - il perché ospedali come il Moscati e il San Sebastiano di Caserta abbiano il pronto soccorso congestionato».

Cristiani sottolinea come, nel caso in cui non si provveda in tempi rapidi ad invertire la rotta, si corre il rischio serio di dover fronteggiare un’emorragia di personale che potrebbe mettere completamente in ginocchio la sanità in Terra di lavoro. «Se dovesse passare quota cento - ha rimarcato - si determinerebbero tantissimi pensionamenti rispetto ai quali le aziende sono impreparate». Rispetto al piano di fabisogno del personale, tra ospedale e Asl in provincia di Caserta, nel prossimo triennio dovrebbero essere assunte millequattrocentoquaranta persone. «Attualmente si può dire che la sanità in Terra di lavoro si sorregga sui duecentocinquanta interinali dell’ospedale di Caserta e sui duecentocinquanta precari in servizio all’Asl - ha tuonata - servono quindi misure urgenti che vanno a fronteggiare questa situazione». L’appello del sindacato è più che mai urgente se si pensa come a partire dal prossimo mese di novembre, la sanità privata convenzionata potrebbe essere colpita dal solito problema dell’esaurimento dei tetti di spesa che, nei fatti, impedisce a case di cure e centri di riabilitazione di sostituirsi al pubblico. «A novembre si ferma l’assistenza convenzionata - ha precisato Cristiani - anche qui come sindacato saremo vigili per evitare disagi sia sul piano dell’assistenza che su quello dei diritti dei lavoratori». Non sempre comunque, la celebrazione di un concorso nella sanità è sinonimo di risoluzione di un problema così come accade all’Asl. Non sono serviti, infati ricorsi interni, pareri ad avvocati esterni per aggiudicare i concorsi banditi nel 2014 per due posti da primario chirurgo per gli ospedali di Piedimonte Matese e Sessa Aurunca.

Prima di andare avanti giova fare un inciso: presso le sei strutture ospedaliere dell’azienda sanitaria non c’è un primario di chirurgia effettivo e, quindi, i concorsi sono più che indispensabili.

Torniamo ai fatti.

Bandito il concorso non si riesce a costituire la commissione esaminatrice dal momento che si susseguono una rinuncia dietro l’altra.

Passano gli anni e si arriva al 29 giugno del 2017 quando con l’atto numero 853 vengono individuati i professionisti che avranno il compito di scegliere chi dovranno essere i primari dei due nosocomi.

Il presidente Giovanni Baiano dell’Asl di Latina, i componenti sono Arcangelo Correra direttore sanitario dell’Asl di Caserta, Giuseppe Buscemi dell’ospedale Giaccone di Palermo, Alberto Zaccaroni dell’Ausl Romagna Forlì, mentre come segretaria è stata individuata Franca Birra dell’Asl di Caserta.

La commissione tra dicembre e gennaio valuta i curriculum dei ventitre candidati, mentre il 6 aprile provvede a fare collqui con i diciassette che hanno risposto.

Qualche giorno più tardi, la commissione provvede ad individuare anche chi sono i vincitori dei due posti messi a concorso.

Per l’ospedale di Piedimonte Matese, così come per quello di Sessa Aurunca il vincitore è Gianfausto Iarrobino davanti ad Antonio Sarno e Lorenzo Capasso, mentre per Sessa Aurunca.

Questo significa che i due medici prescelti per questo incarico sono Iarrobino e Sarno.

Da questo momento in poi la macchina si inceppa di nuovo. Un candidato ha presentato un esposto alla commissione, ma non al Tar, per chiedere di invalidare la prova, atto che è stato respinto.

Successivamente, un altro candidato si è rivolto all’avvocato Abbamonte di Napoli per un parere pro-veritate sulla validità delle operazioni concorsuali.

Abbamonte ha rilevato che nel 2016 è intervenuta una nuova normativa regionale con la quale si specificavano meglio i criteri per l’assegnazione dei concorsi nella sanità.

Anche se i criteri dettati da tale normativa non potevano essere presenti nel bando perché lo stesso è datato 2014, è emerso che la commissione ha rispettato lo stesso tutti i nuovi parametri introdotti nel 2016.

E, allora?

Alla domanda, allo stato attuale non c’è alcuna risposta con il direttore generale Mario De Biasio che non si è ancora espresso in maniera ufficiale su come intende muoversi in questa vicenda.

Voci di corridoio dicono che il numero uno dell’Asl starebbe valutando la possibilità di annullare il bando di concorso.

Possibile?

Chiaramente una scelta del genere se dovesse trovare riscontro lo esporrebbe, assieme all’azienda, a ricorsi da parte dei vincitori che attendono di prendere possesso del posto che hanno vinto...

Si attendono segnali anche dallo stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca che è la massima autorità in materia di sanità in Campania.


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