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MADDALONI. La situazione di disagio che stanno vivendo i lavoratori del Villaggio dei ragazzi potrebbe raggiungere le estreme conseguenze: la sospensione dell’attività didattica.

A comunicarlo in maniera ufficiale con una lettera alle famiglie degli studenti della Fondazione, è l’ingegner Claudio Petrone, coordinatore delle attività didattiche. La protesta del personale Ata partita lo scorso primo ottobre, ha determinato la sospensione delle attività di segreteria e la mancata pulizia dei locali delle scuole. Nella sua comunicazione, Petrone, ha sottolineato, come pur rammaricato di quanto stia accadendo al Villaggio dei ragazzi con lo sciopero, questa, probabilmente sia l’unica strada per accendere i riflettori su una situazione che corre il rischio di precipitare. Il dirigente scolastico ha rimarcato come, nonostante il senso di responsabilità e l’amore per il Villaggio dimostrato in questi mesi dal personale tutto, l’azione di forza rappresenta lo strumento per fare in modo che le istituzioni prendano coscienza dell’emergenza.

Intanto, con una lettera indirizzata al presidente della Regione Campania De Luca, Rosa de Lucia annuncia le sue dimissioni dalla carica di commissario straordinario della Fondazione.

Nella lunga missiva indirizzata al governatore De Luca, l’ingegnere traccia la cronistoria dal suo insediamento fino al piano industriale proposto dall’assessore all’Istruzione Lucia Fortini. Una soluzione che penalizzerebbe le maestranze ma che, allo stesso tempo, svilirebbe l’opera e la mission della struttura creata da don Salvatore d’Angelo equiparandola ad un’azienda. Il commissario ha inviato una missiva anche ai dipendenti spiegando le ragioni della sua decisione.

Ecco il testo della lettera inviata al Presidente De Luca:

Egregio Governatore,

con la presente intendo rassegnare le mie irrevocabili dimissioni dall’incarico di Commissario Straordinario della Fondazione Villaggio dei Ragazzi “Don Salvatore D’Angelo” di cui al decreto emarginato in oggetto. La mia decisione, sofferta e molto meditata, è stata presa alla luce degli avvenimenti, o meglio non-avvenimenti, accaduti negli ultimi mesi, non ultimo la mancata liquidazione della trance finale dovuta dalla Regione il cui decreto è pronto oramai da luglio. Con il decreto di cui sopra mi era stato affidato il compito di avviare le procedure per la ricostituzione del Consiglio d’Amministrazione, assicurare il funzionamento della Fondazione e porre in essere ogni azione utile al rilancio strategico ed economico della stessa.

Le strategie per il raggiungimento di tali obiettivi erano state ampiamente condivise con la precedente amministrazione che aveva assicurato di svolgere un ruolo di accompagnamento e sostegno nei confronti del governo centrale. Ho provveduto a riscrivere lo Statuto della Fondazione, indicando, tra l’altro, la nuova composizione del Consiglio d’Amministrazione; ho redatto le relazioni trimestrali e un dettagliato piano di rilancio il cui cardine era la sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro che vedesse il coinvolgimento del Governo, attraverso due Ministeri, della Regione e della Provincia. Per queste due ultime si trattava di riconfermare il finanziamento per attività di assistenza ai minori già consolidato nel corso degli anni che, evidentemente, non si vuole più assicurare. Per i Ministeri, invece, si trattava di individuare fondi dai Piani Operativi Nazionali come, ad esempio, quello messo a disposizione dal Miur, con l’ultimo bando, per la creazione di “Laboratori Territoriali per l’Occupabilità” che prevede un finanziamento di € 750.000,00. Nel “mio” ragionamento la Fondazione avrebbe dovuto essere tutto questo; un luogo in cui l’istruzione tradizionale e di eccellenza si fondesse con esperienze di apertura al mondo del lavoro con, ad esempio, “La Bottega dei Mestieri” da realizzare con la partecipazione di stakeholder del territorio. Tutto questo lavoro non è stato ritenuto meritevole, evidentemente, nemmeno di essere letto, visto che non un solo commento è stato fatto a proposito; la proposta che arriva dalla Regione da Lei amministrata è quella di un piano industriale che, se la forma terminologica si fa sostanza, dovrebbe, con criteri di mercato, trattare la Fondazione alla stregua di un’impresa concentrata alla creazione di utile finanziario con conseguente cessione di patrimonio, rami d’azienda e drastici tagli al personale. Ho lavorato, in questi mesi, pensando che l’unico capitale di cui la Fondazione dovesse occuparsi fosse quello umano, un capitale fatto di persone che lavorano per le persone; docenti ed educatori al servizio di intere generazioni di ragazzi che, grazie al Villaggio, hanno trovato un loro posto nella società. E’ evidente che non posso, ora, condividere la Sua scelta strategica di trasformare la Fondazione in qualcosa di diverso da ciò che Don Salvatore stesso ha indicato nel testamento lasciato alla Città. Lascio il mio incarico, Governatore, con la sincera speranza di sbagliarmi e di favorire un effettivo rilancio della Fondazione e un futuro di certezze per le centinaia di lavoratori. Le auguro buon lavoro!

Ecco il testo della lettera inviata ai dipendenti del Villaggio dei Ragazzi:

Egregi Signori Dipendenti,

con la presente intendo comunicarVi, formalmente, le mie dimissioni dall’incarico di Commissario Straordinario della Fondazione, conferitomi dal Presidente della Regione Campania.

La mia non è stata una decisione facile per svariati motivi; sono stata combattuta fino alla fine tra il desiderio di porre fine a questa “sceneggiata” partitica e la volontà di non tradire la fiducia dei tanti di Voi che mi hanno supportata, con il loro impegno quotidiano, in questa difficile battaglia. Vi assicuro che non è stato facile, sin dal primo momento, avere il coraggio di portare alla luce il basso intrigo tra affari e politica che, negli anni, ha condotto la nostra gloriosa istituzione al punto in cui oggi si trova.

Qualcuno obietterà che anche Don Salvatore aveva portato la politica nel Villaggio; io rispondo che Egli lo aveva fatto con il solo intento di portare beneficio all’intera città.

Potrà avere compiuto degli errori, ma mai, sotto la sua ala, si era arrivati a tanto! E forse proprio tutto questo raschiare, questo tentare di riportare a lucido la Fondazione, ha infastidito qualcuno che, invece, ne ha fatto, negli anni, il bancomat per sé, per i suoi familiari e per gli accoliti.

Anche chi mi ha osteggiato con tutte le forze, e, permettetemi, anche con qualche azione subdola, deve riconoscere che non ho mai percepito un solo euro dalle casse della Fondazione e non ho mai cercato di trarre vantaggio per la mia parte politica.

Riconsegno, oggi, al nuovo Governatore un importante lavoro di rilancio e ridefinizione degli assetti; aspetto di valutare, da sindaco della città, il lavoro che si saprà fare nei prossimi mesi. Nei pochi contatti informali ho, ahimè, sentito parlare solo di chiusura degli Istituti Scolastici, di licenziamenti e di piano industriale; nulla che possa neanche lontanamente avvicinarsi al concetto di “salvataggio” della Fondazione.

Per me “salvare” ha significato custodire, preservare ciò che si era, con tanto sforzo, creato. Mi aspetto che, chi verrà dopo di me, possa avere la stessa cura nel custodire un patrimonio fatto di risorse umane e strumentali che Don Salvatore aveva inteso donare, prima di tutti, alla città di Maddaloni. Ed è per questo che, da Sindaco, continuerò a seguire con molta attenzione ciò che sarà deciso a Palazzo Santa Lucia in merito al destino della nostra Fondazione.

 


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