10:45:16 SAN PRISCO. I consiglieri comunali del gruppo 'LiberaMente Insieme' Matrona Libertino, Filomena De Felice, Rosaria Pasquariello, Annalia Curatolo e Salvatore Abbate esprimono tutto il loro disappunto sull’orario fissato per l'Assise, convocata il giorno 30 luglio alle 11,30, orario che impedisce, di fatto, la partecipazione di molti di essi a causa di inderogabili impegni di lavoro.
«L’articolo 38 del decreto legislativo 267/2000 stabilisce - fanno sapere i consiglieri - che 'le sedute del Consiglio e delle Commissioni pubbliche, salvi i casi previsti dal Regolamento e, nei comuni con popolazione fino a 15mila abitanti, si tengono preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l’orario di lavoro dei dipendenti', lasciando intendere chiaramente l’opportunità della convocazione del consiglio nelle ore serali.
Inoltre se questi orari sono un problema per alcuni consiglieri, lo sono soprattutto per i cittadini e dunque in questo modo si pongono dei freni alla partecipazione degli stessi alle sedute del Consiglio comunale. Tutto questo mentre in molti paesi prende sempre più piede il ricorso a Consigli comunali aperti, in cui i cittadini hanno facoltà di parlare e di essere ascoltati, fermo restando il potere decisionale dei consiglieri.
Non vorremmo che questa amministrazione sia alla ricerca di soluzioni tese a ridurre quelle prerogative di controllo e garanzia assegnate dal legislatore ai consiglieri di minoranza, oltre a ostacolare la più elementare forma di democrazia: la partecipazione popolare. E’ inevitabile una riflessione anche rispetto all’atteggiamento tenuto dagli stessi amministratori allorquando, sedendo nei banchi di opposizione, lamentavano fortemente la convocazione del Consiglio in giorni o orari che limitavano o comunque rendevano difficile la partecipazione oltre a limitare i tempi necessari per l’esame degli atti. Nello specifico chiedevano che la convocazione del Consiglio non avvenisse di lunedì, perché ciò comportava l’impossibilità nei giorni immediatamente precedenti (sabato e domenica) di accedere agli uffici per l’esame di ulteriori documenti o semplicemente per il necessario confronto con i responsabili degli uffici. Per noi queste scelte, oltre che incomprensibili, sono chiari segnali di quella arroganza, figlia della debolezza e della volontà di sottrarsi al confronto».