10:28:17 Sul servizio mensa scolastica, il Comune di Mondragone cambia ancora. Il responsabile dell’area Edoardo Vignale, nella giornata di ieri, con la determina numero 957 ha predisposto che l’ente guidato dal sindaco Virgilio Pocifico assegnasse il servizio solo per il prossimo anno scolastico e non più per i prossimi cinque così come era stato programmato in precedenza. Il ‘ridimensionamento’ dell’appalto non è l’unica novità.

Vignale, infatti, per aggiudicare la gara, si servirà di una procedura negoziata attraverso l’Asmel e non più tramite la stazione unica appaltante. Tale cambiamento di committenza è stato possibile per lo stravolgimento del capitolato, dal momento che, il Comune, quando ha sottoscritto l’adesione all’Asmel, si era impegnato a completare le gare vecchie con la stazione unica appaltante. Per un importo complessivo di circa 390mila euro, la ditta vincitrice dovrà erogare 670 pasti al giorno per le scuole dell’infanzia di Mondragone. La decisione di passare da un appalto di cinque anni ad uno annuale è stata abbastanza repentina. Appena il 7 giugno, poco più di un mese fa, il responsabile dell’area Edoardo Vignale, con la determinazione 691, ha revocato il bando di gara per il servizio quinquennale di mensa per le scuole dell’infanzia e primarie di Mondragone, confermando la volontà, comunque, di procedere secondo questo schema. Dietro l’annullamento di giugno c’era un problema tecnico che, però, confermava la volontà di portare avanti una procedura cominciata un anno fa. l primo atto, infatti, è stata la delibera di Consiglio Comunale 15 del 26 maggio 2017 con la quale si autorizzava l’impegnare di spesa per il servizio nei cinque anni successivi. Con la determina 1573 del 25 luglio 2017, veniva indetta la gara per una spesa complessiva presunta pari a 1.774.161,00 euro. Nella determina e nei relativi atti di gara, è stato previsto che il numero medio di pasti giornalieri fosse 600 e che requisito essenziale per partecipazione alla gara fosse che nella disponibilità dell’impresa ci dovesse essere un centro di cottura di emergenza. Da una ricognizione sarebbe emerso, però, che il numero medio di pasti giornalieri sale a 670 circa con la spesa complessiva presunta che cresce a € 1.975.000,00. A questo si aggiunge che sarebbe illegittima la clausola del bando di gara che richiede, ai fini della partecipazione alla procedura e non come requisito di esecuzione del contratto, il possesso di un centro di cottura di emergenza. Per questa ragione, per permettere di apportare tali modifiche, il funzionario ha deciso di annullare la gara e di bandirne una nuova che, però, come scritto nella determina di ieri, modifica completamente la vecchia, azzerando, di fatto il percorso amministrativo cominciato un anno fa.