11:19:28 CASERTA. Consigliere Matteo Donisi, partiamo dal Forum dei Giovani insediato pochi giorni fa...
«Una vittoria totale, un trionfo di partecipazione: nessuno si sarebbe aspettato 3000 votanti. Io poi sono doppiamente contento per il successo della lista "Zeta", penso che dai giovani sia arrivato un importante segnale ai mondi del centro-sinistra: uniti si vince se si tira su un progetto credibile ed eterogeneo».
Un nuovo centrosinistra, ma con chi?
«Con chi ha la credibilità per starci, con chi ha la voglia, con chi già si batte per il territorio. Al Forum abbiamo vinto perché hanno corso insieme realtà diverse tra loro per idee e percorsi, ma che hanno sposato una battaglia comune. Una suggestione interessante che a Caserta dovrebbe spingere ad aggregare le tante realtà associative e non che quotidianamente fanno battaglia per amore della città».
Per esempio?
«Penso alle esperienze autonome come quella di Villa Giaquinto (che ha restituito alla città la sua villa più preziosa) o come quella di Generazione Libera (che si batte tutti i giorni per i giovani della difficile frazione di Falciano) penso alla vivacità di associazioni culturali e teatrali giovanili che animano la città, alle sigle che si occupano di disabili, ecologia, penso probabilmente anche ai tanti delusi del centro-sinistra che si sono sentiti orfani di Speranza per Caserta dopo che questa ha sostenuto il Movimento 5 Stelle».
Un centrosinistra alla Petteruti...
«Assolutamente no, quello che dico non è da declinarsi in chiave elettorale... Per ora serve svegliare realtà assopite e valorizzare realtà già attive per creare una sensibilità comune che faccia da argine alle derive xenofobo/leghiste che prendono piede in città».
Congresso provinciale del Pd: l'assemblea nazionale ha fissato il cammino congressuale, cosa serve ai Dems di Terra di Lavoro?
«Innanzitutto serve cambiare la classe dirigente, poi serve abbracciare delle battaglie credibili per il territorio (cosa dimenticata negli ultimi anni) e infine serve sciogliere le ambiguità rispetto agli alleati civici che abbiamo ereditato dallo schema De Luca e che troppo spesso ci tradiscono sostenendo il centro-destra».
Serve rottamare?
«Assolutamente no. Non mi è mai piaciuto Renzi e non mi piace ora. Rottamare è una parola che non mi interessa, serve dare un segnale a noi stessi e a chi ci osserva da fuori per dimostrare che questo non è il partito dei personalismi (i soliti), ma è un partito che riesce a esprime a esprimere una classe dirigente più ampia».
Matteo Richetti prende piede in provincia, lei l'ha accompagnato nel suo tour elettorale nei comuni al voto. Che si sta muovendo?
«Non è stato un tour elettorale, semplicemente un gruppo di amici che va da Caserta a Maddaloni passando per Casagiove e Orta di Atella ha deciso di sostenere, anche grazie all'apporto dell'onorevole Richetti, le realtà che andavano al voto esponendo il simbolo del partito. Una scelta coraggiosa di questi tempi, ora è necessario che in quelle realtà il partito riparta da chi ci ha messo la faccia».
Quella per la Biblioteca comunale è una battaglia che ti ha visto coinvolto in prima persona, cosa serve ancora?
«Insieme ai Beni Comuni e al Forum dei Giovani è stata il caposaldo della campagna elettorale dei Giovani Democratici di Caserta e quindi una delle mie priorità. Abbiamo fatto tanto ma adesso dobbiamo ragionare di allargare le fasce orarie e continuare le migliorie strutturali».
