17:08:55 Due ragazzi originari del Mali sarebbero stati sparati con una pistola a pallini da alcuni giovani a bordo di un’auto nel quartiere Acquaviva al grido di Salvini, Salvini. La denuncia è stata presentata dal centro sociale ex Canapificio da anni in prima linea a tutela degli immigrati.

«Siamo profondamente sconcertati e indignati – commentano i responsabili del centro sociale Ex Canapificio dello Sprar di Caserta – per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt’ora spaventati Daby e Sekou, sono arrivati in Italia più di due anni fa dopo essere fuggiti dal Mali, uno dei paesi distrutti da guerre, povertà e siccità. Daby, in particolare, dopo anni di attesa, è finalmente riuscito ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciatogli dalla Commissione territoriale per la protezione internazionale di Caserta. Questo è l’ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di San Ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l’aggressione in un centro di accoglienza a Sulmona del 12 giugno, dove è stato accoltellato un richiedente asilo; e dopo la triste storia dell’Aquarius, nave della flotta di Medici Senza Frontiere respinta dall'Italia con 629 migranti a bordo. In questo contesto, sull’episodio di Daby è doveroso interrogarsi: perché? Cosa succede? Qual è il collegamento di un gesto simile con il Ministro Salvini? Invitiamo quest’ultimo e l’intero Governo a prendere spunto da questo episodio per interrogarsi sulle scelte da fare e propagandare, così come speriamo che i rappresentanti istituzionali eletti possano presentare interrogazioni parlamentari per chiarire ciò che è accaduto e che le forze dell’ordine agiscano adeguatamente. In questo clima difficile, bisogna essere consapevoli che non basterà bloccare una nave né servirà moltiplicare i campi di detenzione in Libia o in Niger. Come cittadini crediamo che la politica del cambiamento debba puntare sull’inclusione sociale di tutti, sulle regolarizzazioni delle persone che vivono e lavorano onestamente nel nostro paese da decenni e non continuare in propagande xenofobe di programmi irrealizzabili: per cambiare l’ordine delle cose bisognerebbe aprire canali di accesso regolari e sicuri, costruire percorsi di inclusione sociale bilaterale, come da anni proviamo a fare qui a Caserta attraverso attività come il Piedibus, riqualificazione di villette, tirocini formativi, con ottimi risultati. In questo percorso ci colloca l’organizzazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno. La realizzeremo nello stesso quartiere Dove si è verificata l’aggressione, cioè nel quartiere Acquaviva, e precisamente nella villetta di Via Arno, laddove i pregiudizi sono stati accantonati e si collabora per il miglioramento delle condizioni collettive. La Villetta, dopo essere stata chiusa per anni, è stata riaperta e riqualificata grazie alla collaborazione tra cittadini e rifugiati. All’iniziativa abbiamo invitato a partecipare il Prefetto di Caserta, il Sindaco, Consiglieri e Assessori. Caserta continuerà ad essere un modello di esempio, di denuncia e proposta, di inclusione e antirazzismo e non ci faremo intimidire»