15:51:34 CASERTA. E’ esplosa, di nuovo, con violenza in questi giorni la polemica sui loculi al cimitero e sui costi che i cittadini sono costretti a pagare per la manutenzione del luogo sacro. La vicenda delle tariffe tornerà nuovamente in discussione in occasione del consiglio comunale del prossimo 19 giugno. Due le tesi in campo, quella portata avanti dal consigliere dei Democratici per Caserta Domenico Maietta che chiede l’annullamento della tassa, e quella sostenuta dal Pd che, invece, vuole che si provveda a recuperare i crediti pregressi. Entrambi hanno presentato una mozione che diventerà terreno di scontro. Facciamo un po’ di chiarezza e partiamo, innanzitutto dagli atti. La tariffa per i loculi è stata fissata nel 2017 con la delibera di giunta numero 51 all’interno della quale l’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino ha stabilito tutte le imposte a carico della comunità. La delibera non fa altro che andare a richiamare un precedente atto del 2014 quando venivano fissate le stesse somme per i cittadini.
Ma, andiamo nello specifico: quanto sono costretti a pagare i casertani per i loculi? I singoli cittadini devono pagare un’imposta di 15 euro all’anno, mentre le congreghe una di 8 euro all’anno. Ma, qual è la differenza tra cittadini e congreghe? Un privato cittadino che acquista un loculo, in realtà non fa altro che acquisire una sorta di “comodato d’uso” di novantanove anni, mentre, le congreghe sono proprietarie effettive delle strutture. Che cosa è successo in questi giorni? Il Comune di Caserta, che si trova costantemente sotto la lente di ingrandimento della corte dei conti e che non riesce a risollevarsi dal dissesto per l’incapacità di fare cassa e di ripianare i debiti, non ha fatto altro che andare a pretendere la riscossione di tali gabelle da parte sia dei cittadini che delle congreghe visto che in pochissimi, negli ultimi anni hanno versato tale imposta nonostante lo prevedesse la legge. L’azione del Comune chiaramente ha avuto riverberi differenti sulla città, dal momento che, le congreghe sono proprietarie di diversi loculi e, quindi, saranno costrette a pagare, somme ingenti alle casse dell’amministrazione se non vogliono correre il rischio di subire azioni di pignoramento da parte dell’ente di piazza Vanvitelli. Ma passiamo ai numeri che fotografano, come al solito, meglio di ogni cosa, i problemi. Ogni anno il cimitero costa alle casse del Comune per la sua manutenzione circa 480mila euro. Con l’ormai famigerata tariffa, il Comune dovrebbe incassare circa 380mila euro, centomila euro in meno rispetto a quanto spende per la manutenzione. La realtà, però, è molto peggiore, dal momento che, in realtà, negli ultimi anni il Comune ha incassato mediamente quarantasettemila euro, cifra che, chiaramente, è di gran lunga inferiore rispetto a quella necessaria a gestire la struttura. Di questi 47mila euro, la parte più significativa arriva dai cittadini con le congreghe che non hanno praticamente mai pagato l’imposta. Cosa succederebbe se si eliminasse l’imposta: trattandosi di un servizio a domanda individuale, il Comune potrebbe farlo, ma sarebbe costretto a spostarla su un’altra tassa. In base alla legge, infatti, i servizi a domanda individuale devono essere coperti per il 36% dalle tasse. Questo significa che, risparmiare i 15 euro per il cimitero, vorrebbe dire di più spendere per altro... Ancora un aspetto. I 380mila euro rappresentano un’entrata in bilancio che verrebbe meno e che, quindi, per far quadrare i conti, dovrebbe essere sostituita da un’altra entrata di pari entità.
