22:55:57 MADDALONI. Sala gremita e folla delle grandi occasioni per la presentazione della “Rivoluzione cortese” del candidato a sindaco di “Alleanza Civica” alle prossime elezioni comunali del 10 giugno a Maddaloni.

Ad apertura dei lavori è stato mostrato un video sulla “Maddaloni dimenticata”, quella di oggi, tra costruzioni fatiscenti e segnali di degrado, che sarà pubblicato anche su facebook. Una Maddaloni nella quale la politica è mancata.

Il candidato a sindaco Bruno Cortese ha preso la parola: “Il nostro viaggio in città ha avuto inizio con la sottoscrizione di una Carta dei Valori, quella della vera Maddaloni e non di quella rappresentata, per riportare l’indirizzo dell’azione di governo entro una cornice di valori fondamentali, nei quale ritrovarsi, ed è proseguito nelle piazze, i quartieri, le case. Girando con il camper abbiamo raccolto le istanze della gente, che hanno trovato una sintesi nella rivoluzione cortese. Siamo ricorsi ad un ossimoro (“Rivoluzione” perché è necessario un cambio di rotta e “cortese” perché non sarà urlato ma programmato) poiché l’azione politica da mettere in campo deve essere concreta, misurabile e programmata.

Una delle parole chiave del mio programma è la collegialità; tanti talenti del nostro territorio sono andati via perché disaffezionati nei confronti del governo della propria comunità. E’ ora di cambiare passo, con spazio al merito, all’idea, all’identità, alla rete, ai giovani, al futuro”.

Hanno poi preso la parola alcuni dei candidati al consiglio comunale.

“Tutte le attività messe in campo vanno pianificate – ha continuato il candidato a sindaco Bruno Cortese - tradotte in azioni concrete e soprattutto continuamente misurate per registrare progressi ed apportare correzioni qualora nascessero imprevisti. Nessun compromesso, no agli interessi di pochi.

La zes porterà 3000 posti di lavoro, che Maddaloni deve intercettare per permettere ai nostri concittadini e ai nostri giovani di trovare un’occupazione nella propria città. Il Villaggio dei Ragazzi dovrà essere uno dei centri di formazione di questi nuovi lavoratori, dovrà essere riconfigurata la sua missione sociale, trasformata insieme alle aziende, affinché parli agli orfani di futuro e non agli orfani di guerra”.