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16:33:11 CASERTA. Sindaco Marino, il Comune di Caserta sarà costretto a dichiarare un secondo dissesto per soli 24 milioni di euro. Lei pensa che si è arrivati a questa situazione per qualche errore che è stato commesso nella stesura del bilancio o c’è altro?

«Facciamo chiarezza. Alla fine, grazie all’azione di risanamento messa in campo dalla mia amministrazione saremo, probabilmente, costretti a dichiarare un dissesto di soli 9 milioni di euro. Tutto nasce con il Consuntivo 2014 realizzato dall’amministrazione di centrodestra che è stato bocciato dalla Corte dei conti. Nel 2015, la commissaria Niccolò, per far quadrare i conti ha avviato le procedure di pre-dissesto. Appena mi sono insediato nel luglio del 2016, avrei potuto dichiarare dissesto da subito, ma non l’ho fatto, portando avanti quanto deliberato dal prefetto. Ho messo in campo un’azione virtuosa che ci ha portato a ridurre ulteriormente il debito a 9 milioni di euro. Sotto la mia gestione è stato ridotto l’agio alla Pubbliservizi, abbiamo contenuto le spese del personale, mandando in pensione prima cento dipendenti e, a strettissimo giro, altri cinquanta. La Corte dei conti, però, ha ritenuto che la linea del pre-dissesto rispetto ai debiti del 2014 non fosse corretta, dal momento che, un Comune già in dissesto, non può che dichiarare nuovamente dissesto».

Del Gaudio e Spirito dicono di non aver contratto alcun debito nella loro amministrazione.

«Non mi interessa la polemica sterile e partecipare al gioco dello scaricabarile. Ognuno può dire quello che vuole. Nella pubblica amministrazione contano gli atti e gli atti dicono che ci sono dei debiti relativi al bilancio 2014 oltre ad un patto di stabilità sforato. Mi auguro che dicano questo per cercare di nascondere gli errori che hanno commesso nella loro amministrazione, altrimenti sarebbe gravissimo che hanno contratto dei debiti e non se ne sono nemmeno accorti... ».

Parlava di errori, di che tipo?

«Beh, basta guardare la gestione della massa passiva. Oggi il Comune di Caserta chiude il primo dissesto con settanta milioni di debiti ancora da pagare perché i creditori hanno rifiutato le offerte della commissione di liquidazione e trenta milioni in cassa. A che serve avere i soldi in cassa? Hanno approvato una delibera che fissa al 40% la percentuale della somma che riconosce il Comune, con gli oneri fiscali a carico dei creditori. E’ chiaro che molti hanno rifiutato perché avrebbe significato rimetterci di tantissimo. Una volta chiusa la prima fase del dissesto, così come prevede la legge, approveremo una delibera che andrà a modificare questo schema per permettere alla commissione di liquidazione che gestirà il secondo dissesto di tentare una transazione anche con questi vecchi creditori in modo da ripulire completamente la massa debitoria del Comune. Grazie agli sforzi che abbiamo fatto in questi diciocco mesi, oggi il Comune di Caserta non ha più difficoltà di liquidità di cassa. Con la nuova politica che abbiamo introdotto, si spende solo quando si hanno i soldi, abbiamo eliminato le anticipazioni di cassa e, soprattutto, riusciamo a pagare le fatture a sessanta giorni».

Quello che conta di più, cosa comporterà questo secondo dissesto per i cittadini?

«Nulla. Siamo un ente già in dissesto, la città quindi non sarà costretta ad alcun sacrificio supplementare per affrontare questo periodo di difficoltà».

L’ultimo consiglio comunale ha sancito un dato incontrovertibile: il biodigestore si farà e a Ponteselice.

«Diciamo che, ha espresso la volontà politica di fare questo. C’è, infatti, da attendere ancora la conferenza dei servizi, bisogna capire come si esprimeranno Arpac, Soprintendenza e tutti i soggetti interessati. E’ mia ferma intenzione lavorare con tutti i sindaci dei Comuni vicini per costruire un impianto efficiente, pubblico che possa consentire ai cittadini di risparmiare sulle tasse e che ci affranchi dai rischi legati alle piattaforme private che spesso siamo costretti a subire. Se, un giorno, per una qualsiasi ragione si blocca una piattaforma privata per la raccolta dell’umido, le città si paralizzano letteralmente e, noi, questo non possiamo permetterlo. Come comune capoluogo abbiamo l’obbligo di essere autosufficienti».

I vigili urbani restano una nota dolente: organico ridotto all’osso che non riesce a controllare la città che pare possa essere rimpinguato con un concorso...

«Diciamo che la nostra amministrazione si sta impegnando per affrontare il discorso della mobilità in maniera complessiva. Dal prossimo mese di maggio, infatti, entrerà in vigore la riduzione delle tariffe dei parcheggi che passeranno per la prima fascia da due euro a un’euro e 20 e da un euro a sessanta centesimi. E’ già partita la sostituzione delle colonnine per il pagamento dei tagliandi. Sempre da maggio sarà possibile pagare il grattino con la carta di credito e con il cellulare. Inoltre abbiamo introdotto misure rigide contro la sosta selvaggia come le ganasce e ci stiamo attivando per acquistare i rilevatori elettronici che consentono, passando con l’auto, di verificare il rispetto di tutte le regole da parte dell’automobilista con la possibilità di fare multe velocemente a più auto in fila. Ogni anno, i vigili urbani producono, mediamente, 900mila euro di multe, somma significativa che testimonia il loro impegno. Ora il comando dei vigili dovrebbe essere di centotrenta unità a fronte dei novanta in servizio. Ora, se i vigili fanno il loro dovere, si può dire di essere di fronte ad un organico ridotto, viceversa sono anche troppi... ».

Come sono i rapporti con la sua maggioranza?

«Ottimi. Mai come in questo momento c’è piena sintonia con tutti. Abbiamo una maggioranza capace che viaggia tutta nella stessa direzione. Del resto, il voto sul biodigestore nell’ultimo consiglio comunale l’ha dimostrato. La maggioranza ha votato in maniera compatta, mentre l’opposizione si è spaccata in due, con una parte che si è astenuta e l’altra che ha votato la mozione».

Il Pd è ancora una forza credibile? Come si supera questa fase di difficoltà?

«Il Partito democratico è una grande forza politica. Oggi dobbiamo avere la capacità di uscire dalle sezioni e dai luoghi tradizionali per coinvolgere quella parte di partito liquido che si attiva durante le campagne elettorali. Dobbiamo ritrovare quello spirito del 2007 che deve accompagnare il Pd in tutti i momenti. L’entusiasmo e la partecipazione, sono, da sempre, la nostra forza».

Come si supera il commissariamento di Mirabelli?

«Sarà importante l’assemblea nazionale del 21 aprile. In quella sede si deciderà sia quale sarà la linea nazionale, sia come attuarla sui territori. E’ chiaro che Caserta non ha bisogno di una guerra di tessere, ma di un congresso in cui si discuta per il bene del partito».


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