12:32:57 MADDALONI. Dottore D’Addiego, a che punto sono le sue liste? Come procede il lavoro per la sua candidatura?

«Girando per la città ho riscontrato tanto entusiasmo rispetto alla mia candidatura e, questa cosa, mi fa enormemente piacere. Quanto alle liste, sia Progetto Maddaloni che la mia personale sono chiuse. Stiamo valutando l’opportunità di fare o meno la terza lista».

Che significa “stiamo valutando se fare la terza lista”?

«Come può facilmente immaginare il problema non è formare una terza o una quarta lista... Ciascuno dei miei candidati, oltre ad essere rappresentativo di un tessuto sociale, è rappresentativo di un’area della città. Se, davvero, vogliamo voltare pagina, dobbiamo gettare le condizioni affinché ci possa essere una facilità nel governare. Ciascun consigliere comunale deve diventare referente e sentinella di una parte della città e come tale dovrà essere riconosciuto dalla stessa. Ingolfare le liste, ovviamente, renderebbe questo processo più complicato... ».

Il suo, quindi, si deve considerare un “progetto chiuso” non disponibile al dialogo con altre forze?

«Questo lo sta dicendo lei... Il mio è un progetto apertissimo alla parte sana della città, a tutti quei maddalonesi che hanno voglia di rimboccarsi le maniche e di lavorare nell’interesse della nostra comunità. Maddaloni ha bisogno di queste persone se, realmente, vuole rinascere dopo questi anni difficili. Il nostro è un progetto aperto a molti, chiaramente, qualche paletto dal quale non prescindiamo c’è e non siamo disponibili a deroghe».

Quali sono questi paletti?

«Certamente non può ragionare con noi chi ha avuto ruoli e ha fatto parte della maggioranza di Rosa De Lucia. Su questo punto siamo tutti convinti e saremo inamovibili».

Ci saranno volti noti nella sua lista?

«Dipende lei cosa intende per volti noti. Tutti i miei candidati sono dei volti noti nei loro ambienti, nella loro professione, all’interno della città. Viceversa, se, per lei, volti noti sono coloro che frequentano stabilmente le stanze del consiglio comunale di Maddaloni, nessuno dei miei consiglieri è un volto noto. I miei consiglieri si devono rispecchiare nel sottoscritto. Devono essere persone perbene, lontane da ombre e polemiche. Devono avere voglia di lavorare per la comunità senza aspettarsi nulla in cambio. Non devono intendere la politica come l’occasione per entrare in comitati d’affari o favorirne l’affermazione».

Cosa serve oggi a Maddaloni?

«Normalità. Maddaloni deve tornare ad essere una città normale, dove si rispettano le regole e si garantiscono i servizi. La città vive uno stato di profondo abbandono dovuto sia alle istituzioni che ai cittadini che, troppo spesso assumono condotte che non rispettano il bene comune. Altra cosa importantissima è la necessità di tornare ad essere rappresentativi nei livelli superiori. Maddaloni vive una condizione di isolamento che ha portato questo territorio a subire una serie di soprusi che hanno penalizzato la città rispetto al suo sviluppo. Se opere strategiche non vanno avanti o se subiamo scippi, è, perché questa città, nonostante sia tra le più importanti in provincia non ha più alcun peso istituzionale».