13:10:17 SANTA MARIA CAPUA VETERE. Consigliere Umberto Pappadia, sono appena terminate le elezioni politiche e Santa Maria non ha rieletto la deputata uscente Camilla Sgambato. Che analisi fa lei del dato cittadino?
«Che come sempre i voti al Pd finiscono per essere i voti del Pd. Abbiamo sostanzialmente replicato il dato delle passate elezioni amministrative. Ora c'è da fare una seria riflessione sulle responsabilità della nostra classe dirigente rispetto al crollo verticale che si è registrato».
Eppure a sostegno del centro-sinistra, a Santa Maria, ci sarebbe dovuto essere, oltre al PD, la componente ex Socialista in appoggio a Oliviero e lo stesso sindaco Mirra...
«Gli Olivierani li identifico in quei 230 sammaritani che hanno barrato il nome di Oliviero anziché il simbolo di partito. Un apporto gradito ma che non sposta, se non di pochissimo, la percentuale finale. Segno del fatto che è stata una mobilitazione complicata. Sul sindaco Mirra non so che dire, il suo contributo semplicemente non c'è stato. Dati che comunque allarmano meno rispetto al fatto che l'ondata grillina ha travolto la credibilità della nostra classe dirigente, a tutti i livelli».
Dunque un fallimento dell'establishment da Renzi, a scendere. Che cosa non ha funzionato del modello De Luca?
«La logica malata di dare spazio ai consiglieri regionali civici penalizzando gli esponenti del partito. Oggi i cespugli governano contro il Pd (Santa Maria ne è un esempio) e vengono a mancare nel momento del bisogno. È chiaro che non c'è alcuna costruzione nello schema sdoganato da De Luca, magari si vince un comune, ma non crescono la forza e la rappresentatività di Pd e coalizione».
Cosa serve oggi a questo Partito Democratico per rimettersi in corsa?
«Innanzitutto va posta al centro una questione morale, molti nostri esponenti non sono stati impermeabili ai mali di questa terra, è un dato inaccettabile. Poi ripartire dai militanti, dai segretari di circolo, dai consiglieri comunali. Ripartire da chi vive il territorio per risalire, faticosamente, la salita.
Serve un progetto che guardi al Pd che verrà tra dieci anni».
Un congresso?
«Una stagione di discussione e dibattiti, che in fin dei conti è ciò che dovrebbe essere un congresso. Serve un'inversione di tendenza a Roma, a Napoli e a Caserta».
Matteo Donisi
