A Casal di Principe, in occasione della mostra “La luce vince l’ombra”, spopola la pratica del “biglietto sospeso”.

L’esposizione, aperta al pubblico il 21 giugno scorso, ospita 20 importanti opere della galleria degli Uffizi di Firenze; l’attenzione è concentrata sulla pittura del Seicento di artisti napoletani o legati a Napoli e comunque “affascinati” dall’espressione di Caravaggio: opere eccezionali, di Artemisia Gentileschi (Santa Caterina d’Alessandria), di Luca Giordano (Carità), di Mattia Preti (Vanità), ma anche delle incursioni contemporanee con Andy Warhol.

Perché il "biglietto sospeso"?

Perché l’arte, come la cultura, non deve essere appannaggio di una cerchia ristretta di persone, ma deve essere fruibile da tutti.

A Napoli, dove l’umanità e la generosità delle persone è cosa ben nota, il “caffè sospeso” è pratica assai diffusa; ebbene, "il caffè sospeso", pagato in più da chi può permetterselo e lasciato alla discrezione del proprietario del bar, che lo serve all'occorrenza con immediatezza e senza imbarazzi, si trasforma a Casal di Principe in “biglietto sospeso”.

La mostra, che chiuderà i battenti il 21 ottobre 2015, è ospitata presso Casa don Diana, villa confiscata alla camorra e dedicata alla memoria di don Peppino Diana, assassinato sul sagrato della sua chiesa il 19/3/94.

L’evento rappresenta, senza dubbio, una scommessa vinta, una scommessa di chi ha sempre creduto di poter realizzare a Casal di Principe un sito museale, un barlume di luce in una terra tanto martoriata e molto spesso infangata.

E, intanto, mercoledì ad assistere alla mostra ci saranno degli ospiti speciali: i campioni della Juvecaserta che faranno da testimonial alla meravigliosa esperienza

Francesco Trepiccione