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22:05:22 CASERTA. Non si sopisce la discussione sul biodigestore che molto probabilmente sarà costruito in località Ponteselice, in un’area ASI situata più o meno equidistante dal quartiere Acquaviva e dai comuni di San Nicola la Strada, Recale, Casagiove, Capodrise e nelle immediate vicinanze della Reggia di Caserta.

Le continue fughe in avanti dell’amministrazione comunale del capoluogo, accompagnate da delibere e determine che danno adito a molti interrogativi, perché poco chiare nei contenuti e negli allegati, continuano a preoccupare i cittadini del comprensorio interessato. Inutili, fino ad adesso, le rimostranze dei consiglieri di opposizione, dei rappresentanti di altre forze politiche e di associazioni, come quelle dei comitati spontanei e perfino dei quattro sindaci dei comuni limitrofi interessati, che qualche giorno fa hanno prodotto un comunicato stampa con una laconica ma significativa richiesta di aiuto: Non lasciateci soli!

Proprio quella richiesta di aiuto, che è anche la mia, mi ha convinto a gettare il sasso nello stagno, perché sono troppe le coincidenze e troppe le incongruità che stanno accompagnando questa vicenda. La determina 112/2008 del 02/02/2018 del comune di Caserta, dal titolo vago – Affidamento servizi di gestione dei rifiuti urbani e assimilati avviati al recupero/trattamento/smaltimento nel comune di Caserta – Determinazione a contrattare – ha immediatamente fatto scalpore, perché al suo interno “nasconde” la volontà dell’amministrazione nel voler affidare i lavori di progettazione di un ipotetico impianto non meglio specificato; insomma una cosa da niente, solo un bando per una progettazione di circa 2 milioni e mezzo di euro, che sono parte dei 26 milioni e mezzo previsti. La determina in questione è un atto importante, direi fondamentale e che inevitabilmente ha sollevato un vespaio di polemiche e di giustificati allarmismi, e quando viene pubblicata? Proprio nel pieno di una campagna elettorale decisiva per le sorti del nostro Paese, azione che fa nascere spontaneamente la domanda se questa intempestività sia voluta o casuale? Fatto sta, che è stato inevitabile che scattassero le contromisure, che fino ad adesso si sono estrinsecate in qualche consiglio comunale, la marcia e tante chiacchiere sui social, accompagnate da inesattezze, leggende metropolitane e strumentali prese di posizione. Due fronti che si scontrano, ma che hanno una convinzione in comune riguardo all’utilità e alla necessità dell’impiantistica, affinché si completi finalmente il ciclo dei rifiuti. In realtà non siamo contro l’impianto in se per se, ma siamo contro ad una localizzazione scellerata, che non tiene conto del tessuto urbano fortemente antropizzato, della vicinanza con uno dei più importanti attrattori turistici di importanza nazionale. Inoltre, anche le ultime scelte strategiche della giunta casertana sono in netto contrasto con l’idea di insediare un impianto così impattante a Ponteselice, con una delibera di giunta di qualche settimana fa, è stato previsto proprio a poche centinaia di metri dal biodigestore, la nascita di un nuovo plesso scolastico d’avanguardia, oltre che la monumentale riqualificazione di Piazza Carlo III, che è funzionale solo se ci sarà anche l’interesse di partner privati. Come deve far riflettere, che la volontà dell’amministrazione targata Carlo Marino non è condivisa da buona parte del suo partito, dove il fronte del no è rappresentato da alcuni sindaci e da altri importanti esponenti del Partito Democratico in provincia di Caserta, insieme a buona parte del centrosinistra, del centrodestra e dei vari movimenti presenti sul territorio. Per questo motivo ho ritenuto opportuno gettare il sasso nello stagno, chiedendo pubblicamente un confronto aperto, leale e con contenuti scientifici, che possa chiarire definitivamente quali siano le volontà del sindaco Marino, sul perché non è stato investito l’ATO per una ricognizione su scala provinciale, su quale tipo di impianto si è orientata l’amministrazione, sul perché non si vuole semplicemente delocalizzarlo adempiendo al principio di precauzione in considerazione delle specificità dell’area interessata, più tutte le istanze future che potrebbero tranquillizzare o far decidere per altro. Qualche esponente politico ha già condiviso l’iniziativa, aspetto adesso conferme, innanzitutto dai sindaci che hanno richiesto aiuto pubblicamente e da tutti coloro che sentono la necessità di affrontare una volta e per tutte la questione confrontandosi a viso aperto, solo così potrà emergere la verità.

 


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