AVERSA. Si è conclusa oggi la due giorni di 'Incontri per la legalità' tenutasi presso la sala conferenze "Don Peppe Diana" dell'ISIS "Volta" di Aversa.
Il Dirigente Scolastico, Prof.ssa Laura Orsola Patrizia Nicolella, ha invitato Luigi Leonardi, giovane imprenditore nel settore dell'illuminotecnica che in pochi anni, tra il 1997 e il 2002, ha aperto cinque negozi e ben due fabbriche.
Grande è stata l'emozione suscitata dal racconto delle sue vicissitudini, venire a conoscenza di come le organizzazioni criminali abbiano distrutto la sua vita. Il giovane imprenditore appare subito agli occhi dei partecipanti al convegno molto provato ma non abbattuto, infatti non raramente ricorre a battute di spirito per non rendere ancor più drammatico il suo racconto. I partecipanti al convegno vengono a conoscenza della sua storia cominciata con la prima richiesta di soldi, nel 2001 da parte del clan Russo per poi continuare, una volta pagata la prima tangente, con altre e più insistenti richieste da tutti i clan camorristici dei territori sui quali aveva i negozi. In questi anni la sua vita è un calvario: sistematicamente picchiato e derubato, si è visto costretto, pur di mantenere in piedi le sue attività e soprattutto non rendere disoccupate 35 persone che lavoravano per lui, a vendere ciò che aveva di più caro: auto, mobili, quadri, orologi e gioielli di famiglia.
Dopo essere uscito vivo, ma non senza gravi ferite, da un attentato dinamitardo, si è deciso a denunciare tutti. Il primo processo, svoltosi nell'aula bunker di Poggioreale, ha visto 170 persone incriminate. Da quel momento si è trovato solo: la famiglia, gli amici e finanche la sua ragazza lo hanno ripudiato. Adesso vive sotto scorta armata. Alla fine del suo racconto, prima di lasciare la sala conferenze, Luigi Leonardi rispondendo ad una domanda di un alunno ha detto: "Non smettete mai di sorridere, il sorriso è sinonimo di libertà. Io sorrido e continuerò a farlo malgrado tutto e tutti!"