16:46:30 CASERTA. Assessore Corvino, un primo bilancio di questa sua esperienza da assessore.
«La mia attività in Comune in favore della città di Caserta parte già da quando ero una semplice consigliera alla guida della quarta commissione. In quella fase ho gettato le basi per tantissimi progetti che sto realizzando oggi da assessore. Ho lavorato molto per l’inclusione promuovendo iniziative a sostegno della disabilità come la giornata per l’autismo. Il sociale è sempre stato il mio pane quotidiano anche perché la mia formazione nel mondo delle associazioni mi ha portato a seguire sempre con particolare interesse questo settore, a prescindere dal ruolo. Mi sono sempre impegnata tantissimo anche quando ho ricoperto il ruolo di assessore “senza deleghe” esercitando una funzione di rappresentanza come vicesindaco. Solo ad ottobre scorso mi sono state conferite deleghe che mi hanno consentito di rimboccarmi le maniche e di essere più visibile nell’azione amministrativa. Ho avviato un’azione di ristrutturazione dell’ambito e ho messo in campo una serie di progettualità che partiranno da qui a prima dell’estate che miglioreranno la qualità dei servizi sia per le fasce deboli che per i giovani».
Fasce deboli: ha parlato di ristrutturazione dell’ambito, sia più chiara.
«L’ambito sociale di zona rappresenta uno strumento importantissimo di sostegno e supporto alle fasce deboli per i servizi che è in grado di erogare, per la sua autonomia economica e per la grande possibilità che ha di intercettare finanziamenti. Purtroppo le attività dell’ambito si sono bruscamente rallentate dopo che un dirigente ci ha lasciato creando un vuoto nella gestione amministrativa per tutto il periodo estivo. Fortunatamente in seguito è stato nominato un dirigente preparato come Marcello Iovino che, però, purtroppo, è oberato di lavoro per le tante deleghe che gli sono state affidate. Tra le altre cose, a breve, Iovino andrà in pensione, lasciando, nuovamente, un vuoto all’interno dello struttura. Sono certa, comunque, che un sindaco accorto come Carlo Marino provvederà per tempo a colmare il vuoto nominando un nuovo responsabile dell’ambito e dell’ufficio di piano capace di sfruttare tutte le potenzialità della struttura».
Possiamo dire, quindi che da oggi non ci saranno più ritardi nei pagamenti dei servizi?
«Ho assunto la guida delle politiche sociali e della 328 da ottobre. Mi sono trovata di fronte a due strade, procedere al pagamento di qualche servizio senza mettere a regime la macchina amministrativa, o ritardare tutto di un po’ tutto, ma organizzare i conti per fare in modo che i disagi del passato non si ripetano più. Ho scelto questa seconda strada, ma chiaramente, per fare in modo che quanto ho messo in campo possa trasformarsi in realtà ho la necessità di essere supportata in maniera stabile da una struttura dirigenziale che segue stabilmente il settore».
Nelle campagne elettorali il tema delle politiche giovanili è sempre gettonatissimo, ma, poi, quando si passa dalle parole ai fatti non sempre si ha corrispondenza...
«Nel mio caso non è assolutamente così. Credo molto nei giovani e nelle loro attività. Il nostro compito deve essere quello di affiancarli offrendo loro possibilità di esprimersi, sostenendo la loro creatività e accompagnandoli nel superare quello che oggi è il loro più grande scoglio, l’inserimento nel mondo del lavoro. E’ per questo che, dopo dieci anni, abbiamo fatto rivivere il forum dei giovani che non sarà più la proiezione del consiglio senior o, comunque, di un sistema politico precostituito, ma la rappresentanza reale di quello che è il mondo giovanile di questa città. Con delle elezioni vere, alla quale possono partecipare tutti, daremo una rappresentanza reale all’universo giovanile».
Il Forum è sicuramente una bella novità, ma con quali strumenti potrà aiutare i ragazzi a confrontarsi con il mondo del lavoro?
«Stiamo creando un tavolo tecnico di supporto a cui siederanno le associazioni datoriali, le parti sociali, il mondo accademico per consentire la creazione di uno sportello che possa dare risposte efficaci sulla creazione di start up, sulla possibilità di reperire fondi europei e regionali, o, più semplicemente sulla scelta di un percorso formativo finalizzato all’inserimento nel mondo del lavoro. Troppo spesso i nostri ragazzi si accostano ad una formazione professionale improduttiva perché non ha una corrispondenza con quelle che sono le reali esigenze del mercato del lavoro».
