17:43:41 Il sogno della Stu a Santa Maria Capua Vetere è ufficialmente tramontato. La sezione fallimentare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, lo scorso 5 dicembre ha dichiarato fallita la società Capua Antica Innova Spa che avrebbe dovuto gestire per conto del Comune l’intera operazione.
I giudici hanno accolto l’istanza della doBank che gestisce i crediti maturati dalla Unicredit presentata dall’avvocato Sergio Urbano. Si chiude, quindi, nel peggiore dei modi un progetto nato il 27 ottobre 2006 con l’atto stipulato presso il notaio Decimo e mai decollato. L’avvocato Urbano, attraverso una dettagliata relazione, è riuscito a dimostrare come il valore dell’area su cui sarebbe dovuto sorgere il centro commerciale, non copra il valore dell’esposizione bancaria della società Capua Antica Innova che, comunque, era già stata messa in liquidazione il 29 novembre del 2010. Il professionista casertano, infatti, ha evidenziato come, rispetto all’atto stipulato il 3 novembre del 2006 con il quale era stato stabilito di utilizzare il suolo come ipoteca per il mutuo, ci sia stato un notevole deprezzamento dello stesso a causa del cambio di destinazione uso dell’area. Il Comune di Santa Maria Capua Vetere, infatti, ha fatto rientrare la superficie dove sarebbe dovuto sorgere il polo commerciale nel Peep C1 Nord come area ad uso pubblico per verde, gioco e sport. Secondo quanto rilevato dalla perizia effettuata dalla società San Filippo Neri di Sessa Aurunca che, la scorsa estate aveva rilevato l’area per proseguire il progetto del centro commerciale e che si è vista negare il permesso a costruire proprio per il cambio di destinazione d’uso dell’area, per il ripristino dei luoghi dove sono stati effettuati gli scavi il Comune deve spendere una somma equivalente a quella che avrebbe speso se avesse onorato gli impegni con la banca. Il costo del ripristino dei luoghi è di 976.762,43 più Iva a fronte di un milioni e 400mila euro ricevute dalla società Capua Antica Innova.