11:51:33 CASERTA. Onorevole Petrenga, la rivedremo ancora in campo nella prossima campagna elettorale per l’elezione del nuovo Parlamento?
«Le può sembrare strano, ma, in Fratelli d’Italia l’argomento candidature non è la priorità. Con il nostro leader Giorgia Meloni e con tutto il partito nazionale, stiamo mettendo, innanzitutto a punto un programma di governo per il Paese rispondente a quelle che sono le esigenze di tutti i territori, capace di rilanciare la nazione senza incrementare i divari che ci sono tra le aree più ricche e quelle meno. Chiaramente anche io sto facendo la mia parte in questo delicato lavoro e ho messo a punto un programma per la nostra provincia che io definirei “aperto”, dal momento che è pronto a recepire le istanze di tutti coloro hanno a cuore questo territorio, siano essi movimenti, associazioni o soggetti singoli. Mi farò portavoce con il partito nazionale di tutte quelle idee, quelle istanze e quei progetti che possano essere utili alla crescita di Caserta e che il futuro governo di centrodestra potrà andare a realizzare. Con un lavoro così importante le candidature diventano un’appendice... ».
Nel suo programma per Caserta, ovviamente, non possono non avere un ruolo di primo piano i beni culturali...
«Certamente. Diventa fondamentale per la provincia di Caserta attivare la mia proposta per i percorsi turistici che è già legge, perché l’ho fatta inserire nel decreto Franceschini, ma che da due anni è ferma al palo. Con l’intervento dei privati e con il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali, è possibile sviluppare una grande economia per Terra di Lavoro avviando quel processo di crescita che questo territorio attende da troppo tempo».
L’uomo del momento a Caserta sembra essere Mauro Felicori anche grazie all’impennata delle visite che ha avuto la Reggia da quando lui è alla guida del monumento...
«Beh, bisognerebbe capire quali sono i flussi di visitatori per esprimere un giudizio.... L’obiettivo deve essere quello di fare in modo che, chi viene alla Reggia, rimanga pure a Caserta. Bisogna, quindi, capire le presenze da dove provengono. I visitatori in più sono tutti provenienti da fuori provincia? Quanti arrivano da fuori Regione? Quanti ancora sono gli stranieri? Oggi la grande sfida da vincere deve essere quella dei percorsi turistici e c’è, quindi la necessità che tutti sul territorio si attivino affinché si possano finalmente creare».
La vittoria delle provinciali con Giorgio Magliocca, ha ringalluzzito il centrodestra. Qual è lo stato di salute della coalizione alla vigilia del voto?
«Io ritengo che sia buono. Tra i principali partiti della coalizione c’è un ottimo dialogo che, sicuramente, sarà foriero di successi. E’ chiaro che lungo la strada si possono verificare delle discussioni, ma si tratta sempre di episodi provvisori. Così come avviene sul piano nazionale, c’è piena sintonia tra tutte le componenti del centrodestra».
Il Sole 24ore pone Caserta all’ultimo posto della classifica per vivibilità. E’ d’accordo? E come valuta lei oggi Caserta?
«Io non mi sento ultima... Basterebbe solo dire che c’è la Reggia per poter obiettare sull’ultimo posto. Bisogna andare ad analizzare quali indicatori sono stati utilizzati per stilare la classifica. Certamente, le eccellenze che esprimono la nostra città e la nostra provincia sono tantissime sia sul piano artistico, e il giudizio vale a prescindere dalla Reggia che merita un ragionamento a se stante, sia sul piano paesaggistico, che su quello accademico e su quello dell’enogastonomia. Sul piano generale, quindi non solo a Caserta, quello che dovrebbe fare un buon sindaco è programmare il futuro. Oggi alla nostra città manca proprio questo».
Che consiglio si sente di dare a Carlo Marino?
«Se non vogliamo distruggere completamente corso Trieste, è indispensabile revocare la ztl. Ormai la maggioranza dei negozi sono stati costretti a chiudere con tante famiglie che sono finite senza lavoro. Se non vogliamo che il fenomeno si estenda anche ai bar è indispensabile andare a rivedere il dispositivo del traffico. Giova ricordare che la ztl è stata introdotta in un momento storico differente da quello attuale dove le condizioni economiche generali facevano fare altri tipi di ragionamenti. Oggi, con la crisi che c’è, la ztl diventa un vero e proprio deterrente per chiunqua voglia andare su corso Trieste».