21:28:39 Isabella Capitelli, legale rappresentante della Roberto Capitelli, per lo spostamento di un metro del nuovo edificio della Concessionaria rispetto al progetto iniziale, è stata firmata una Ordinanza di abbattimento. Ci fa capire come stanno le cose?
Ma, come viene fuori questa storia dell’Ordinanza? Non si poteva intervenire prima?
«La realizzazione dello stabile non è stata ovviamente eseguita da noi, perché non è il nostro lavoro. Noi ci siamo affidati a dei tecnici specializzati per realizzare l’opera e, pertanto, non avevamo ipotizzato errori. Il progetto per l’ampliamento della Concessionaria nasce con la Conferenza dei Servizi del 2008 e venne approvato dal consiglio comunale nel 2011, ricevendo il consenso dai diversi enti interessati e poi dai consiglieri comunali. Per la trasparenza, va detto che, venne ratificato da ben due Amministrazioni comunali differenti fra loro per composizione e ragioni politiche. Ottenne il "via libera" da quella in cui, giusto per essere chiari, mio fratello Dino era Consigliere di opposizione. Solo nel luglio scorso 2017, c’è stato il sopralluogo originato da una denuncia, sorprendentemente dettagliata (???), e …poi l’Ordinanza di abbattimento dell'immobile».
Non sarebbe bastata una semplice sanatoria per salvaguardare capre e cavoli?
«Non lo deve chiedere a me! Provi a domandarlo ai tecnici del Comune. Noi, secondo i termini di legge, abbiamo presentato una precisa e sostenuta richiesta di Sanatoria, ma è stata bocciata. Forse prevale la necessità che venga abbattuto un immobile costruito dalla famiglia Capitelli nell’intento di incentivare l’occupazione nella nostra città rispetto all’esigenza dello stesso Ente di percepirne i relativi tributi».
Leggendo su Facebook i commenti al nostro precedente articolo, apprendiamo che molti cittadini considerano questa vicenda come una personale persecuzione dell'amministrazione nei vostri confronti. Cosa ne pensa?
«I sammaritani vogliono bene alla nostra famiglia. Da cinquant’anni mio padre prima e noi fratelli poi lavoriamo in questa città e ritengo di poter affermare che abbiamo fatto del bene a questa città, dando da sempre lavoro a tantissime famiglie e sviluppando flussi economici utili ai tanti artigiani, commercianti e professionisti. Ecco perché questo affetto nei nostri confronti! Ringrazio l'affettuosa solidarietà espressaci da tanti concittadini e l’amicizia che hanno voluto dimostrarci in un momento così difficile per tanti e per la città. Noi fratelli vorremmo continuare a fare quello che nostro padre ci ha insegnato, anche per il prossimo futuro. Ma non ce la facciamo più a sopportare tanti irragionevoli atteggiamenti e dinieghi, spesso anche ipocriti, che minacciano la serenità del nostro lavoro e quello dei nostri dipendenti».
Il dubbio che lei pone significa che le voci dei licenziamenti sono attendibili?
«Noi lavoriamo nella legalità. E' pensabile che possiamo proseguire la nostra attività in uno stabile che ci hanno ordinato di abbattere? E' sopportabile il continuo contenzioso giudiziario con l'Amministrazione Comunale che dovrebbe, diversamente, favorire lo sviluppo dell'imprenditoria e del commercio in città per assicurare posti di lavoro con accorgimenti e sostegno amministrativo. Se in tempi ristretti sarà tutto chiarito e saremo nelle condizioni di lavorare, come sempre abbiamo fatto, nelle nostre strutture e senza alcuna preoccupazione, non cambierà nulla. Diversamente, mortificando lo sforzo dei tanti anni trascorsi al lavoro e la memoria di nostro padre, saremo costretti a ripensare le nostre attività e, molto probabilmente, anche la loro ubicazione, con tutte le conseguenze che la cosa comporta».
