19:02:07 CASERTA. Apprendo dagli organi di informazione che il consigliere regionale del M5S Vincenzo Viglione, vuole dare una svegliata ai tanti consiglieri comunali casertani, puntando i riflettori sull’iniqua assegnazione dei fondi dedicati alla cultura, così come previsti dall’ultimo Piano strategico Cultura e Beni Culturali e la Programmazione 2018 – D.G. n°653 del 18/10/2017.
Bisogna dare atto all’on. Viglione che indubbiamente, i 250.000 euro previsti per il Teatro Comunale di Caserta rispetto ai 1.500.000 destinati al Verdi, connotano una evidente sperequazione a favore della città di Salerno. Ma invece di preoccuparmi sulla diversa generosità del Governatore, se fossi nei panni del consigliere Viglione, mi preoccuperei sulla fine che fanno questi fondi. Forse l’onorevole pentastellato non è a conoscenza che il teatro comunale di Caserta è affidato all’associazione Teatro Pubblico Campano, che lo gestisce interamente a fronte di un canone irrisorio, oggi pari circa 35,000 euro annui, ma che fino a tre anni fa era invece quantificabile in circa 16.000 euro annui. Questo significa che, il concessionario gode della facoltà di gestire completamente l’intera struttura grazie ad una convenzione, sicuramente legittima, e può fittarne gli spazi per ospitare bouvette o pubblicità, come fitta del resto il teatro per eventi vari. La convenzione prevede che oltre al canone di fitto, l’associazione debba organizzare una stagione teatrale, oltre che garantire all’amministrazione la possibilità di poter godere dell’utilizzo del teatro per 20 giorni nel corso dell’anno, ovviamente compatibilmente con le proprie attività. Il comune di Caserta questo fortunato! Infatti, è così fortunato che la convenzione in essere sembra preveda anche che tutti i contributi statali e regionali, come i 250.000 euro in questione o quelli relativi alla L.R. 6/2007, o come gli eventuali contributi riconducibili a fondi del Ministero alla Cultura, finiscano nelle casse del concessionario, come del resto tutti gli utili relativi dalla gestione della struttura e dalla stagione teatrale. Quando si dice la fortuna! Qualcuno giustamente si domanderà a quale fortuna mi riferisco, visto che alla città alla fine non arriva nulla. La vera fortuna è che questa orrenda convenzione a settembre finalmente avrà termine, e la speranza che le numerose battaglie combattute in consiglio comunale affinché il teatro possa ritornare ad essere realmente un bene comune, alla fine trovino il giusto compimento. L’auspicio è che il Parravano diventi il vero fulcro della cultura cittadina e non dei pochi che possono permettersi gli abbonamenti da 500 euro a poltrona. Questo è quello che pensa chi quotidianamente si impegna politicamente e nel sociale per amore della sua terra, a prescindere se sostenga o meno il presidente De Luca. Chissà cosa ne pensa adesso il consigliere regionale Viglione, considerato che, così come si apprende dal sito ufficiale, anche il Teatro Garibaldi della sua Santa Maria C.V., o il Ricciardi della vicina Capua, come il Teatro Verdi di Salerno o il Massimo di Benevento, e come del resto tanti altri, hanno collaborazioni o sono gestiti dalla medesima associazione.
Edgardo Ursomando Commissario Provinciale Verdi
