17:49:30 CASERTA. Nonostante gli enormi sforzi che sta cercando di fare il neo presidente della Provincia Giorgio Magliocca, la situazione economica dell’ente resta difficilissima.

L’ultimo bilancio approvato è quello del dicembre del 2015 quando l’allora presidente Angelo Di Costanzo fu costretto a dichiarare dissesto. Da allora, la Provincia non è stata più in grado di approvare alcuna manovra a causa dell’impossibilità di riequilibrare i conti ed è andata avanti con gestioni provvisorie, sfruttando anche gli stanziamenti straordinari giunti nelle casse dell’ente.

A fare in modo che i conti non quadrassero il contributo che la Provincia è costretta a dare al governo centrale in base alla legge Delrio. Per capire la sproporzione oltre alla disparità di trattamento che c’è nell’erogazione di questo contributo basta prendere come riferimento il dato del 2015.

Per quell’anno il contributo richiesto alla Provincia di Caserta, è stato di € 31.273.307,73, cifra elevatissima se si pensa che più penalizzate del parlamentino oggi alla Saint Gobain sono state, unicamente, le Città metropolitane di Roma e Napoli, che per consistenza demografica ed estensione territoriale sono, manco a dirlo imparagonabili a Terra di Lavoro.

Ma la cifra si comprende meglio se la andiamo a comparare alla vicina Salerno, demograficamente e geograficamente più grande di Caserta. Il contributo richiesto dallo Stato, infatti, è stato di euro 24.920.650,48, quindi oltre 6 milioni in meno rispetto a Caserta. Ma, se per Salerno parliamo, comunque, di una somma ancora impegnativa, vediamo come per altre Province ci si trova di fronte ad un contributo richiesto che si può considerare quasi trascurabile se si prendono come parametri l’estensione territoriale e la densità di popolazione.

A Bologna il prelievo per lo stesso anno è stato di 5,327 milioni di euro, a Brescia di 23,226 milioni, a Varese di 4,836 milioni, a Genova di 5,374 milioni, a Bari di 12,510 milioni e, addirittura, a Milano di 18,155 milioni.