10:22:39 CASERTA. Il centrosinistra e il Partito democratico vivono un momento di profonda crisi, l’ennesimo. A cosa è dovuto secondo lei onorevole Sgambato?
«C’è la necessità di fissare un sistema di regole chiaro all’interno del quale tutti si devono muovere. Fissate queste regole, sarà tutto più semplice per tutti».
In questo sistema di regole di cui lei parla rientra anche il congresso del Partito democratico?
«Certamente. Ho sempre sostenuto come il dotarci di un organismo dirigente eletto possa responsabilizzarci tutti. Il congresso può sicuramente aiutarci in questa fase di confusione, ma devono esserci le condizioni per celebrarlo».
A cosa allude quando parla di “condizioni”?
«Il congresso non deve diventare il momento della conta delle tessere, ma il confronto su un modello di territorio e di partito. Mi auguro che si possa arrivare a questo per il bene del Partito democratico e del centrosinistra soprattutto alla vigilia delle elezioni politiche».
Il “caso Oliviero”.
«Il mancato completamento della lista del Partito democratico alle ultime provinciali è un qualche cosa su cui bisogna interrogarsi così come l’appoggio ad un candidato diverso da quello del Partito democratico. Detto questo, non posso essere io a certificare le responsabilità. C’è la commissione di garanzia che dovrà esprimersi: sino ad allora il mio giudizio sulla vicenda è da considerarsi sospeso».
E’ così difficile dialogare con i consiglieri Bosco e Zannini come molti dicono in questo post-provinciali?
«Per vincere le elezioni politiche abbiamo bisogno della forza di tutti e, quindi, anche quella di Bosco e di Zannini. Loro sono legati al governatore De Luca e con lui fanno parte di una maggioranza di centrosinistra. Ora il discorso è sempre lo stesso: fissare delle regole. «Bisogna chiarire se loro sono parte del centrosinistra anche sui territori e, quindi, come tali, devono muoversi in maniera chiara all’interno della coalizione».
La sconfitta alle elezioni provinciali rappresenta un pericoloso campanello d’allarme per il Partito democratico e per il centrosinistra alla vigilia delle politiche.
«Credo che si stia dando troppa importanza al dato delle provinciali. Se sul piano politico la sconfitta rappresenta un dato gravissimo, non credo che ci sia una correlazione così diretta tra un’elezione di secondo livello e le politiche quando al voto andranno i cittadini. Il voto dei consiglieri comunali è sicuramente diverso da quello del popolo, anche perché è apparso chiaro, come si muovano in maniera autonoma da tutti e che nemmeno i sindaci sono in grado di controllarli. E’ chiaro che noi dobbiamo porci il problema di dialogare con i cittadini se vogliamo conquistare la loro fiducia e vincere le elezioni».
In questo come si dialoga con i cittadini?
«Io non mi interesso troppo dei posizionamenti e delle questioni di partito. Il nostro territorio ha tantissime emergenze e io cerco di affrontarle nella maniera più incisiva, portando qualche volta a casa dei risultati e qualche volta no. Dal bacino di crisi, alla questione ambientale sono tante le questioni sul tappeto alle quali dobbiamo cercare di dare una risposta».
Il prossimo anno non ci sono solo le elezioni politiche, ma anche le amministrative in comuni importanti come Maddaloni dove pure il Partito democratico rischia di lacerarsi nell’ennesimo scontro interno...
«Non vorrei essere ripetitiva, ma anche in questo caso siamo di fronte ad un problema di regole. La questione Maddaloni è nata perché non sono state rispettate le regole».
Mirra.
«Diciamo che la questione va posta a lui più che a me. Già prima della sua candidatura a sindaco di Santa Maria Capua Vetere gli chiedemmo di essere protagonista del centrosinistra. Mirra ha preferito, però, costruire una coalizione ampia con pezzi del centrodestra per riuscire a vincere. Ora spetta a lui fare una riflessione su quella che deve essere la sua collocazione. Noi siamo pronti ad accogliere tutti quelli che possono dare un contributo alla crescita del centrosinistra e, Mirra è sicuramente uno di questi, ma deve essere lui a volerlo».
