20:16:42 CASTEL VOLTURNO. Le neoplasie ovariche al centro del dibattito a Castel Volturno, nel corso del Congresso organizzato dall’equipe di Ginecologia del Pineta Grande Hospital, guidata dal dott. Stefano Palmieri.

L’evento ha riunito oltre 200 ginecologi provenienti dai principali Ospedali di tutta Italia, accorsi per approfondire le moderne tecniche diagnostiche e operative di quello che rappresenta la prima causa di morte per tumore ginecologico nei paesi industrializzati. Ad oggi non esistono test di screening precoci, e per questo motivo si giunge spesso ad una diagnosi solo in fase tardiva, in cui la sopravvivenza a 5 anni interessa appena il 25% delle pazienti.

La relazione del Prof. Giovanni Scambia del Policlinico Gemelli di Roma, tra i maggiori esperti in questo settore a livello nazionale, è stata orientata al ricorso della precision medicine ovvero l’approccio anglosassone che seleziona il trattamento terapeutico sulla base delle informazioni genetiche del singolo paziente. Questo moderno approccio pur essendo ancora in fase evolutiva, rappresenta la migliore soluzione a questo male, tuttavia gli elevati costi ne rendono difficile un utilizzo routinario.

Il ricorso alla chirurgia, laddove possibile, è sempre più orientato alla laparoscopia così come è stato testimoniato dal Prof. Dario Paladini, dell’Istituto Gaslini di Genova e dalla Prof.ssa Anna Fagotti, del Policlinico Gemelli, che hanno relazionato sulla casistica complessa dei rispettivi Ospedali.

Sull’approccio chirurgico, il dott. Stefano Palmieri ha chiuso i lavori affermando “che il gold standard per il trattamento della patologia ovarica, principalmente se benigna, è la chirurgia mini-invasiva, da preferire anche per masse di grosse dimensioni, che possono raggiungere o superare i 13-14cm”. Ad oggi, con circa 250 interventi all’anno della sfera ginecologica, eseguiti per via laparoscopica, il Pineta Grande Hospital si pone tra i primi Ospedali del Sud Italia, che ricorrono a questa moderna metodica, il cui vantaggio consiste nel velocizzare la ripresa post-operatoria, riducendo i giorni di degenza al minimo indispensabile.