12:05:03 SAN PRISCO. Da poco nuovo presidente dell’associazione ‘La Fenice’ di San Prisco, ma soprattutto ex assessore delle diverse amministrazioni del sindaco Antonio Siero, Giuseppe Cinotti è pronto a rimettersi a disposizione della città, dopo la delusione per la sfiducia ricevuta nell’estate del 2015.
Negli ultimi mesi, l’attività dell’associazione ‘La Fenice’ si è intensificata sempre di più. Presidente Cinotti quali sono i prossimi progetti?
«Il nostro è un sodalizio aperto a tutto. Non si parla solo di politica ma anche di cultura, sport ed altro. Puntiamo a risollevare le sorti della nostra amatissima città che, purtroppo, negli ultimi mesi si è fatta riconoscere solamente per cose negative».
Lei ha una grossa esperienza amministrativa. Cosa ne pensa dell’attuale squadra che guida il Comune di San Prisco?
«A San Prisco non c’è un’amministrazione che si possa definire come questo termine; c’è un gruppo di persone che vive alla giornata. Sinceramente, sono molto preoccupato per il futuro di San Prisco».
Si spieghi meglio, cosa intende con questa affermazione?
«Ci troviamo difronte ad un’amministrazione che ha aumentato la Tarsu del 24%, a fronte di un servizio che definire scadente è un eufemismo. Ad esempio, non vengono distribuite le buste, non è prevista la raccolta con regolarità dei resti di potatura; insomma, ci troviamo dinanzi ad un servizio pessimo. Inoltre, pare che i ricavati di tale aumento vengano utilizzati dall’amministrazione per le spese correnti. Una gestione economica a dir poco scellerata. Siamo veramente alla frutta».
Ci faccia un esempio di tale gestione?
«Il Comune di recente è stato condannato a pagare oltre un milione di euro agli eredi di un cittadino vittima di un incidente stradale. In seguito ad un accordo tra le parti, tale somma è stata ridotta a 650mila euro. Ebbene, dopo aver versato la prima rata, dall’Ente non è arrivato più un euro. Inoltre, pare che la Curia di Capua abbia inoltrato un’ingiunzione di pagamento per un debito del passato mai saldato. Anche in questo caso, l’ultima rata versata risale a due anni fa, in pieno periodo commissariale. A questo occorre aggiungere l’incapacità dell’amministrazione di recepire fondi da organi sovracomunali. Le entrate sono incerte, le uscite sono fin troppo certe. Se si continua di questo passo il disastro economico è inevitabile».
La maggioranza del sindaco D’Angelo, dopo l’ormai famoso ribaltone, ha una composizione completamente diversa rispetto a quella uscita dell’urne. Cosa ne pensa di quanto accaduto lo scorso maggio?
«Abbiamo assistito ad un rimpasto senza precedenti. Sinceramente, ritengo i 17 consiglieri comunali colpevoli allo stesso modo dell’attuale disastro amministrativo. Affermo questo per un motivo molto semplice. L’aumento della Tarsu è stato deliberato dall’ex giunta comunale, ed è stato fortemente criticato dall’ex minoranza. Quando i consiglieri di opposizione sono passati in maggioranza, tutti speravamo in un’abrogazione della delibera, invece nulla. Questo è solo un esempio, ma ci fornisce un quadro chiaro circa le responsabilità: sono tutti colpevoli in uguale misura».
Cosa si aspetta dal futuro?
«Purtroppo nulla di buono. Siamo in balia del nulla e penso che un commissario farebbe sicuramente meglio. Considerando l’attuale andazzo, come ho già detto, temo che a breve il Comune finirà in un dissesto finanziario».