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10:50:09 CARINOLA. In principio fu il mâitre a penser che vive all’ombra della Mole Antonelliana a tuonare sentenzioso: "Sono certo di grandi magagne sul Puc.

"Salvo poi precisare:" Ma non ne ho le prove. "Un mostro, il suo, a metà tra l’ossimoro e il dogma, destinato tuttavia ad avere importanti ricadute pratiche sul complesso di norme che regolano il consorzio civile. Pensate, per esempio, tanto per citare solo alcuni campi d’applicazione, agli effetti dell’abbattimento di ogni onere di prova. Che sollievo nei tribunali, dove si estinguerebbero gli incidenti probatori. Che delizia tra i banchi di scuola, dove generazioni di studenti non avrebbero più l'incombenza di dimostrare i teoremi, potendosi fermare ai risultati. Retrodatando il concetto del professore di stanza nei luoghi che furono di Cavour, potremmo immaginare un Pitagora che arringa i suoi discenti, più o meno così: "Vi dico, ragazzi, che il mio teorema funziona, credetemi. Ma non chiedetemi di dimostrarlo. "Questione di fiducia, insomma. Il Puc di Carinola è però come una partita della Nazionale ai mondiali, ognuno dice la sua. Mettendola sul culinario, potremmo definirlo un piatto ricco e non è difficile, dunque, trovare chi ci si ficchi. Da un po' sul tema tiene alta la guardia anche il drappello più inquieto del partito democratico, quello percorso da nostalgismi e frustrazioni. Nei fatti, una èlite decaduta, impegnata in una ostinata caccia all'uomo, dove la belva da braccare si chiama Marcantonio, al secolo Antonio Russo, sindaco del comune. Che dalle parti del PD è declinato come una sorta di figura bifronte, capace di mutare a seconda dei casi. Terribile spauracchio se attestato su una posizione ostinata e contraria, panacea di ogni male se ammiccante di quel tanto gradito. Un po' come il sangue di San Gennaro Antonio Russo può essere, a seconda delle situazioni, disciolto…e dunque generatore di indicibili sciagure o prosciolto… e quindi foriero di favolosi orizzonti. In un comizio delle amministrative del '98 Pasquale Di Biasio lo ringraziarono pubblicamente per il ruolo esercitato affinché Carinola fosse prescelta quale sezione staccata del tribunale sammaritano. Oggi, invece, è la sentina in cui borbotta ogni vizio. Sarà sola colpa sua se il Puc dovesse subire una battuta d'arresto. Ed è sua, ne è convinto il gruppo di fuoco armato dalle gerarchie Pd finite fuori corso, la responsabilità di spese folli e allegra distribuzione di incarichi. Eppure, mai che venga documentata una sola circostanza: segno che l’insegnamento del professore, ha fatto proseliti. Mai un nome per conoscere chi avrebbe fatto che cosa. Mai un elenco degli incaricati e una lista degli incaricanti. Niente, solo mezze parole e battutine allusive, ma volutamente incomplete, per scansare la querela. Sassi dal cavalcavia con cui si concima la malapianta della cultura dell’inganno e del sospetto. Magari sbagliamo, ma ci viene il dubbio che, più che l'argomento in sé, ad importare sia la speranza che la vicenda Puc possa schiudere la prospettiva della riapertura di una partita politica , altrimenti chiusa. Gli indizi sono gravi e concordanti, ma una ulteriore spia la si riscontra nelle parole di Rino Di Cresce, ex pentestellato oggi entrato nel PD, già protagonista di una clamorosa rappacificazione con Pasquale Francesco Galdieri (sul punto il Corriere News potrebbe dedicare un approfondimento) che sul web spunta come le rose a maggio. Per Di Cresce, se il Puc dovesse essere respinto dal consiglio comunale, Russo si dovrà dimettere. Ha detto proprio così. Aggiungendo che questo Puc è figlio di tutti, destra e sinistra. Peccato che non conosca la storia politica del comune. Peccato che non abbia rivolto neppure uno sguardo tralice agli archivi dell’ente nei mesi in cui ha ricoperto, senza acuti, la carica di consigliere comunale. Lo avesse fatto, avrebbe potuto agevolmente intercettare un buon numero di manifesti, interrogazioni, interpellanze e dichiarazioni inserite nei verbali di Consiglio, prodotte da una ben determinata forza politica e da quanti, nel lasso di tempo che va dal 94 al 2008, quella forza, hanno rappresentato. E si sarebbe anche risparmiata l'improbabile attribuzione di genitorialità e ,con essa, la brutta figura di sparare per il gusto di farlo. Ma che dire, si vede che per un periodo ha avuto come riferimenti Di Maio e Di Battista. Delle sue funeste previsioni il sindaco Russo non deve però affatto preoccuparsi. Perché, per una strana eterogenesi dei fini, quando Di Cresce pontifica, si verifica l'esatto opposto di quanto auspica. O comunque il destino si incarica di stravolgere le sue previsioni. L aneddotica è ricca, ma sarebbe esercizio ammosciante attardarsi a ripercorrerla. Basta soffermarsi sul capolavoro dell’ultima campagna elettorale: “Caro Antonio Russo, è finita anche per te!”, urlò con tono tribunizio nella piazza di Nocelleto, rassicurato dalla presenza del Consigliere regionale Giovanni Zannini. Dieci giorni dopo, Antonio Russo sarebbe stato eletto Sindaco di Carinola e Zannini, furbacchione, non ci avrebbe pensato un attimo ad abbandonare la nave alla deriva sulla quale oggi Di Cresce naufraga prigioniero, talvolta costretto a subire le carocchie di Gennaro Mannillo. Oggi pomeriggio ci sarà il Consiglio comunale sul Puc. Una speranza per il Pd, un’occasione per il sindaco Russo. Il primo coltiva il sogno di una implosione della maggioranza, il secondo ha invece l’opportunità di fare chiarezza una volta per tutte, e di onorare un percorso storico durato più di vent’anni, in cui ha dimostrato che mentre il centrosinistra svendeva il territorio, lui, lo difendeva, anche a caro prezzo. Una posizione testimoniata dagli atteggiamenti assunti in costanza dello snodarsi delle tristi vicende di Vaglie, di Cese, degli appalti Sacom, e si potrebbe continuare: mai che fosse stato una sola volta dalla parte sbagliata, Russo! E’ verosimile che il PD diserti la seduta, rifuggendo il corpo a corpo, nonostante gli appelli di Renzi a perfezionare la disciplina in vista delle politiche. Ma è impensabile che desisti dall’alimentare un clima di terrore al quale sta lavorando da mesi, non lesinando pugnalate e colpi bassi. Se in Consiglio dovessero esserci smottamenti, rivendicherà l’accaduto. In caso contrario, “E.. io mica ero Pasquale?’”! Non è dato invece prevedere quale sia l’atteggiamento che assumerà Antonio Russo, solitamente restio a sbottonarsi. Al quale però vogliamo suggerire, non solo di accettare il guanto della sfida, ma di rilanciare. Questa volta Russo dovrà avere gli attributi di fare il nome e il cognome dei professionisti mangiaincarichi. Dovrà far sapere al popolo di Carinola, costoro, da chi sono stati incaricati. Dovrà rendere noto i compensi ricevuti ed eventualmente i responsabili degli sperperi che il Pd finge di voler denunciare, guardandosi bene dal procedere, avvertendo il rischio di un clamoroso autogol. Dovrà far sapere quanti incarichi sono stati conferiti da Pasquale Di Biasio e Luigi De Risi e quanti da lui stesso (noi lo sappiamo già: nessuno!) .Ma deve soprattutto fare altro. E cioè incaricare i tecnici comunali affinché procedano ad una ricognizione per individuare quanti di coloro che negli ultimi vent’anni hanno ricoperto la carica di sindaco, di assessore o di consigliere, si ritrovano oggi con i terreni di proprietà all’interno del redigendo strumento urbanistico . Beninteso, fino a prova del contrario, ricevere incarichi, o essere proprietari di un fondo ricadente nei confini edificabili del Puc, non è reato. Ma se è questo è il terreno su cui il PD cerca il confronto, va assecondato. Il D-day è arrivato. Finalmente.

  


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