11:29:50 MADDALONI. Sono ormai trascorsi quattro mesi dal ballottaggio e venerdi prossimo compirà 36 anni. Come ritroviamo Peppe Razzano oggi?
«Come quello di sempre. Sovrappeso, sorridente e sempre disponibile. Certo avrei voluto festeggiare il mio compleanno da Sindaco, ma sono ancora giovane e nella vita mai dire mai. Questi quattro mesi sono stati molto duri, inutile nasconderlo, ma ho la fortuna di avere una splendida famiglia, una magnifica fidanzata e tanti amici che non mi hanno fatto mai mancare vicinanza e affetto».
Se tornasse indietro cosa non rifarebbe?
«Il ballottaggio è stato anomalo, sono arrivato fisicamente stanco e non lucido e questo mi ha portato a commettere degli errori. Se devo dirle la verità, tutte le mie energie sono state spese per vincere al primo turno, se 250 elettori invece di preferire il voto disgiunto avessero votato per me, oggi la città avrebbe una guida stabile, di chiaro riferimento istituzionale e protagonista in provincia e in regione. La campagna elettorale mi ha regalato emozioni uniche, ho conosciuto e sono stato sostenuto da tante persone perbene e una parola di elogio la devo ai cittadini delle periferie che mi sono stati sempre vicini. Vede, la mia disponibilità e la mia serietà è stata usata da alcuni addetti ai lavori per pugnalarmi alle spalle. Nei quindici giorni tra il primo e il secondo turno mi sono arrivate richieste assurde, ma la richiesta più indegna mi è giunta da un subcommisario del Pd che mi ha chiesto di fare assessore un mio amico eletto nella lista del Pd, in cambio di un appoggio al ballottaggio. Se questo è spirito di squadra, allora posso restare in tranquillità a casa, per il mio modo di essere e di vedere la politica questi personaggi dovrebbero essere messi da parte. Non ho promesso assessori a nessuno, non ho fatto accordi sottobanco con nessuno, dalla politica all’imprenditoria, sono andato avanti per la mia strada perché Maddaloni merita un Sindaco ed una guida non ricattabile. Della sconfitta mi assumo le responsabilità come ho sempre fatto e l’errore che non rifarei è il comizio di chiusura dove, infastidito dalla presenza di alcuni fan di De Filippo, non sono riuscito a controllarmi ed invece di parlare della città mi sono soffermato sul mio avversario. Dopo tanti mesi però, ancora nessuno ha il coraggio di dire la verità, se tutti avessero fatto il loro compito staremmo parlando di altro, tra gente che non ha portato nemmeno i familiari a votare, tra qualcuno che se ne è andato al mare e qualcun altro che ha voluto che perdessi perché sono una persona non gestibile, allora è molto semplice puntare il dito contro di me. Conosco nomi e cognomi di questa sconfitta e vi assicuro che l’unico responsabile non sono io e che ho sempre operato solo per il bene dei miei concittadini».
Ci dica la verità sulla sfiducia a De Filippo.
«A De Filippo va dato il merito di aver utilizzato diverse sentenze, riferite a circostanze che solo apparentemente risultavano simili al caso Maddaloni, per caricare i suoi consiglieri e far credere ai suoi elettori che chi avesse vinto avrebbe avuto i numeri per governare. Il suo errore è stato quello di fidarsi di personaggi che hanno prima tradito me e poi ‘giocato’ con lui. Con De Filippo c’è stato solo qualche contatto negli ultimi giorni che hanno preceduto il consiglio comunale, prima non ci siamo mai visti e mai sentiti. Il ricorso ha penalizzato il percorso e alla fine anche il mio partito è stato perentorio dicendomi che alla legislatura andasse posta da subito la parola fine. Sfiduciare il Sindaco è stata una scelta dolorosa, ma avremmo avuto un’amministrazione basata sul ‘ricatto’ politico quotidiano, senza numeri non si può governare. Molti cittadini mi accusano di non aver voluto il bene di Maddaloni: prima di parlare bisognerebbe conoscere i fatti, De Filippo come chiunque altro non sarebbe stato il Messia, il Comune vive delle difficoltà enormi ed ha bisogno di un’amministrazione stabile, non ‘ballerino’».
Il suo partito dice che è stato perentorio nel chiederle di sfiduciare De Filippo. E’ lo stesso partito che oggi ha eletto Alfonso Formato alla segreteria cittadina?
«Il Partito Democratico viene da un lungo commissariamento, un periodo in cui si sono avute tante difficoltà ad andare avanti, ma il percorso tracciato da Pina Picierno, sono i fatti a dirlo, era l’unico che potesse dare una prospettiva di vittoria al Pd. Cosi è stato. Il Pd è stato il primo partito in città e il centrosinistra ha superato il 50% dopo dieci anni. Ho litigato anche con fraterni amici pur di far rientrare tutte le anime del Pd in lista per essere quanto più competitivi possibile, ho presentato una lista civica “Città di Idee” che è risultata la seconda forza in coalizione e la terza in città. Che altro avrei dovuto fare? Forse, non fidarmi di chi la sera diceva una cosa e la mattina ne faceva completamente un’altra. Pina Picierno è mia amica non da oggi, ha fatto bene a convocare il congresso, sono stato io insieme a Reitano, Tontoli e Russo a chiederle che si svolgesse, ma non si può accettare che venga presentato alla segreteria una persona che si è posta da sempre contro il Pd e contro il centrosinistra per tutta la campagna elettorale. Come è scandaloso che nella platea congressuale ci fossero persone che hanno fatto spudoratamente campagna elettorale per altri candidati a sindaco. Tutto questo è vergognoso, ma fa capire alla città che i tradimenti che ho ricevuto sono partiti dalla mia stessa casa. Chi ha voluto candidare Alfonso Formato alla segreteria sapeva bene a quali conseguenze avrebbe portato questa scelta. Addirittura, nel congresso farsa, è stato eletto un direttivo con mogli, parenti, nipoti e dipendenti appartenenti a quattro famiglie maddalonesi. Chi ha sostenuto la proposta di Formato vuol dire che ha smentito il percorso della campagna elettorale e, per me, la dignità non ha prezzo. Spero che i vertici del Pd si sveglino e fermino questo processo increscioso, che nulla ha a che fare con la trasparenza e la legalità della candidatura presentata, con me primo firmatario, di Angelo Tenneriello».
